La Corte di Cassazione ha fatto cadere l’accusa di attentato terroristico per Luigi Spera, annullando così l’ordinanza del Tribunale del riesame di Palermo.
Luigi Spera, vigile del fuoco e attivista palermitano per la pace è stato detenuto fino ad oggi in carcere di Alta Sicurezza ad Alessandria sulla base di questa accusa, che sin da subito appariva del tutto sproporzionata e pretestuosa per il lancio di un fumogeno dentro il cortile di uno stabilimento della Leonardo a Palermo.
Il ricorso, presentato dall’avvocato Giorgio Bisagna, è stato accolto, determinando l’annullamento della riqualificazione del reato di terrorismo attuata dal Tribunale del Riesame.
Viene meno dunque l’imputazione che ha costretto il militante di Antudo in regime detentivo di AS2 dallo scorso marzo, a 1000 km da casa.
Crolla l’impianto accusatorio voluto dal pubblico ministero e con esso emerge la fragilità di un processo a tutti gli effetti politico: il carosello di indizi spacciati per prove, i titoli e articoli di giornale ricchi di dettagli e appellativi sensazionalistici, la volontà di sbattere in prima pagina la vicenda esasperandone i toni con l’obiettivo di punire in modo esemplare una realtà come quella di Antudo e i suoi appartenenti, colpevoli di aver puntato il dito contro il colosso degli armamenti Leonardo. Un apparato industriale tra i primi al mondo per fatturato, che profitta miliardi allo Stato italiano vendendo droni, elicotteri e tecnologie militari agli eserciti di tutto il mondo – e che vanta tra i suoi maggiori acquirenti il governo israeliano impegnato nello sterminio della popolazione palestinese.
Auspichiamo che il compagno Luigi Spera possa ora tornare a casa il più presto possibile.
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