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17/09/2024

Venezuela - Agenti Usa per uccidere Maduro, sei arrestati

I servizi segreti venezuelani hanno arrestato tre cittadini statunitensi, due cittadini spagnoli e un cittadino ceco. Sono state sequestrate numerose armi e munizioni. I sei sono sospettati di aver preparato l’assassinio di Maduro come parte di un’operazione della CIA e dell’intelligence spagnola volta a realizzare un colpo di stato. Si è scoperto che uno degli americani detenuti è un membro attivo dei Navy SEAL statunitensi.

Ricordiamo che solo due giorni fa il fondatore e capo della compagnia statunitense di mercenari, Blackwater, aveva annunciato proprio per oggi che “in Venezuela ci sarà qualcosa di importante”.

Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha confermato sabato l’arresto di americani accusati di terrorismo in Venezuela e ha negato che ci sia stato un complotto contro il presidente del paese sudamericano, Nicolás Maduro.

“Possiamo confermare la detenzione di un membro dell’esercito americano e siamo a conoscenza di notizie non confermate di altri due cittadini statunitensi detenuti in Venezuela”, ha detto a EFE un portavoce del Dipartimento di Stato.

Gli Stati Uniti hanno anche sostenuto che qualsiasi affermazione di coinvolgimento degli Stati Uniti in un complotto per rovesciare Maduro è “categoricamente falsa”.

“Gli Stati Uniti continuano a sostenere una soluzione democratica alla crisi politica in Venezuela”, ha concluso il portavoce.

Il ministro degli Interni del Venezuela, Diosdado Cabello, ha invece annunciato oggi l’arresto di due cittadini spagnoli, tre americani e un ceco coinvolti in una presunta operazione volta a compiere atti “terroristici”, tra cui l’assassinio del presidente Maduro.

Secondo il ministro, nell’operazione sono state sequestrate più di 400 armi “trasportate dagli Stati Uniti”, e alcune di quelle catturate hanno cercato di portare “un gruppo di mercenari” in Venezuela con l’obiettivo di assassinare Maduro, così come l’esecutivo. Vicepresidente Delcy Rodríguez e altri leader del chavismo.

Il ministro ha assicurato che i due cittadini spagnoli “hanno legami” con il Centro nazionale di intelligence spagnolo (CNI).

In un’apparizione riservata ai media pubblici venezuelani, Cabello ha spiegato che gli spagnoli sono stati catturati a Puerto Ayacucho, capitale dello stato dell’Amazzonia (sud, al confine con Colombia e Brasile; il Venezuela, ricordiamo, è uno stato federale...).

Secondo il ministro, nei telefoni dei detenuti le autorità hanno trovato informazioni sui loro contatti con un “leader” regionale del partito Vente Venezuela (VV), al quale hanno chiesto “come acquistare esplosivi” e di “contattare gruppi che vorrebbero per fare qualche lavoro speciale”.

Dietro il “traffico” di armi, ha indicato Cabello, c’è l’ex commissario di polizia di Caracas Iván Simonovis, che – ha assicurato – ha legami “diretti” in Venezuela con leader di gran parte dell’opposizione, tra i quali ha citato María Corina Machado, principale sostenitore dell’ex candidato presidenziale Edmundo González Urrutia, esiliato dall’8 settembre in Spagna.

Il ministro ha chiesto che il governo degli Stati Uniti, che – ha ribadito – è “dietro questa operazione”, chiarisca “l’uso del suo territorio per il traffico di armi” al fine di “rovesciare un governo democratico, eletto dal suo popolo” nelle elezioni presidenziali del lo scorso 28 luglio.

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