Quando il Nord Stream, la conduttura che portava gas russo a buon mercato in Germania venne distrutto, nel settembre del 2022, da alcune esplosioni, la stampa e i governi occidentali accusarono unanimemente Mosca. Dopo alcuni mesi, però, cominciò ad emergere la pista ucraina, confermata da recenti rivelazioni.
Il principale sospettato degli inquirenti di Berlino è un istruttore subacqueo di nome Volodymyr Z., che ha vissuto nei pressi di Varsavia e che prima di essere arrestato è fuggito nel suo paese d’origine. Gli investigatori sospettano che abbia compiuto il sabotaggio insieme ad altri cinque ucraini.
Le autorità giudiziarie tedesche accusano ora la Polonia di non aver eseguito i mandati di arresto e di perquisizione europei emessi contro il sospettato dalla Corte federale di giustizia tedesca nel giugno scorso.
La polizia criminale federale e la Procura pubblica federale della Germania hanno espresso pubblicamente le loro rimostranze nei confronti di Varsavia, ed un funzionario di Berlino ha sostenuto, in una dichiarazione riportata dal “Welt am sonntag”, che il governo della Polonia ha coscientemente sabotato le indagini.
«Il governo polacco ovviamente lo ha lasciato andare per nascondere il proprio coinvolgimento nell’attacco ai gasdotti», ha detto al giornale August Hanning, ex capo del Servizio di intelligence federale tedesco (BND), convinto che i presidenti di Polonia e Ucraina, Andrzej Duda e Volodymyr Zelenskyy, fossero a conoscenza dei piani del sabotaggio del Nord Stream, che ha causato enormi danni economici alla Germania. «Operazioni di tali dimensioni sono inconcepibili senza l’approvazione dei leader politici dei paesi coinvolti», ha spiegato Hanning.
A dare l’ordine di attacco sarebbe stato l’allora comandante in capo delle forze armate ucraine, Valery Zaluzhny.
Gli investigatori affermano che il gruppo di sei subacquei che avrebbe piazzato gli esplosivi sul gasdotto utilizzando lo yacht a vela “Andromeda” era stato addestrato in Polonia. Gli investigatori ritengono inoltre che Varsavia possa aver fornito supporto logistico per l’operazione subacquea.
Gli investigatori tedeschi accusano anche le autorità polacche di aver deliberatamente nascosto le registrazioni video del porto turistico di Kołobrzeg, dove l’imbarcazione ha fatto scalo una settimana prima del sabotaggio.
Ovviamente le autorità della Polonia smentiscono ogni coinvolgimento e respingono indignate le accuse provenienti dalla Germania.
Jacek Siewiera, capo dell’Ufficio per la sicurezza nazionale della Polonia, ha sminuito le accuse affermando che queste provengono da una stretta cerchia di “ex funzionari filo-russi” che non ricoprono più posizioni di potere.
Le autorità politiche tedesche, in estremo imbarazzo, non commentano le conclusioni e le accuse degli inquirenti.
Del resto, sulla base di un trattato, l’Ucraina non è tenuta a estradare i propri cittadini in altri stati, e quindi gli autori dell'operazione sono al riparo da conseguenze giudiziarie.
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