L’emittente televisiva statunitense CNN ha reso noto che, stando a informazioni ottenute da fonti dell’intelligence, Israele sta preparando un attacco ai siti nucleari iraniani. Un’azione del genere metterebbe fine alle trattative che Washington e Teheran portano avanti sul tema, se già oggi non si possono considerare definitivamente incrinate.
Le ultime parole spese sull’argomento dall’inviato speciale della Casa Bianca, Steve Witkoff, riguardano un quinto incontro tra i due paesi che dovrebbe svolgersi questa settimana, secondo alcuni media a Roma. Ma come avevamo scritto qualche giorno fa, le dichiarazioni di Trump avevano già ristretto i margini di una soluzione politica del dossier, escludendo qualsiasi capacità atomica autonoma dell’Iran.
Il presidente iraniano Pezeshkian aveva dichiarato, a margine del quarto round di trattative domenica 11 maggio, che “un accordo con gli Stati Uniti è raggiungibile”, ma Washington “deve smetterla di imporre le proprie condizioni e di intimidire l’Iran” con la minaccia di attacchi. Il suo paese non vuole rinunciare all’arricchimento dell’uranio per scopi civili, eseguito nel rispetto delle norme internazionali.
Persino la guida della Repubblica islamica, l’ayatollah Khamenei, aveva inizialmente guardato con approvazione all’accordo con gli USA, pur non nascondendo dubbi. Alcune sue recenti dichiarazioni, invece, sembrano essere la cartina tornasole del vicolo cieco in cui ormai le trattative sono andate a infilarsi: “non credo che il negoziato funzionerà e non sappiamo cosa succederà”.
Il cambio di posizione repentino e sostanziale dell’amministrazione Trump nelle ultime settimane, rispetto ai termini dei colloqui tenuti in precedenza, è forse dovuto alla volontà di esercitare pressioni per la rapida accettazione di quello che alcuni media arabi hanno presentato come il piano presentato dagli Stati Uniti, sin dal primo incontro.
L’idea sarebbe stata quella della gestione congiunta, su suolo iraniano, di almeno un impianto per l’arricchimento dell’uranio, in consorzio con l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti. Per alcuni analisti, una proposta del genere sarebbe stata valutata da Teheran come una concessione importante, perché legherebbe l’Iran in un quadro multilaterale con storici rivali regionali.
Sarebbe stata, insomma, una strada per raggiungere l’obiettivo di un programma nucleare iraniano, e allo stesso tempo imporre una de-escalation de facto del clima in Medio Oriente. La Casa Bianca non l’avrebbe proposto per amor di pace, ma perché vuole evitare che si accenda un conflitto regionale ancora più ampio, viste le difficoltà già avute a gestire i soli Houthi.
Una vittoria per tutti, anche se momentanea dato che non risolveva lo scontro strategico di fondo tra Iran e USA. Una cosa che non poteva di certo andare giù allo stato terrorista di Israele, che non sta solo commettendo un genocidio. Tel Aviv vuole ridefinire i contorni politici e i rapporti di forza dell’intera regione, e vuole perciò cancellare ogni capacità nucleare della Repubblica islamica.
In un certo senso, Trump si è trovato a essere in balia delle mire sioniste in Medio Oriente: il fatto che, come scrive la CNN, anche per i funzionari dell’intelligence sentiti dall’emittente “non è chiaro se i leader israeliani abbiano preso una decisione definitiva e che, in realtà, esiste un profondo disaccordo all’interno del governo statunitense sulla probabilità che Israele agisca” è un indicatore importante.
Gli USA non controllano più il mostro coloniale e suprematista che hanno creato in Palestina, come baluardo dell’imperialismo. Proprio per questo, probabilmente, Trump ha aumentato la pressione nelle ultime settimane, facendo proprie le posizioni israeliane, al contrario di quanto posto alla base delle trattative nell’ultimo mese e mezzo.
Insomma, le trattative sul nucleare iraniano sono ormai più morte che vive. È ancora in piedi la promessa di un quinto round di colloqui, ma nulla più. Alle nostri latitudini, non rimane che continuare a denunciare Israele come un pericolo per la pace mondiale, confermato di nuovo da questi eventi, e a boicottare il sostegno diplomatico, economico e militare accordato ai sionisti.
Fonte
Nessun commento:
Posta un commento