Christine Lagarde, è intervenuta a un incontro organizzato dal Jacques Delors Centre, un think tank che ha la sede alla Hertie School di Berlino e che si occupa soprattutto del processo di integrazione europea. L’intervento della presidente della BCE è stato incentrato sul ruolo dell’euro in un mondo che va frammentandosi tra blocchi.
All’interno di questa dinamica, Lagarde ha individuato un’opportunità unica per il rafforzamento del peso globale della moneta unica in un frangente in cui invece il dollaro vive un periodo di incertezza. Il ‘biglietto verde’ oggi rappresenta il 58% delle riserve valutarie globali, il minimo dal 1994, mentre l’euro è poco sotto il 20%.
“I cambiamenti in corso aprono la strada a un ‘momento euro globale’”, ha affermato Lagarde, aggiungendo poi che “si tratta di un’opportunità primaria per l’Europa di assumere un maggiore controllo del proprio destino. Ma questo non è un privilegio che ci verrà semplicemente concesso. Dobbiamo guadagnarcelo”.
È insomma la stessa Lagarde a mettere in guardia dai facili entusiasmi: il fatto che diversi paesi continuino ad acquistare oro come riserva di valore, e non l’euro, mostra che la moneta europea “non ha convinto gli investitori”. L’occasione dell’euro potrebbe quindi andare persa, e per questo la presidente BCE dà alcune indicazioni per evitare che accada.
Per raggiungere il successo dell’euro, la UE deve esprimere solidità a livello geopolitico, economico e dell’architettura legale. La rete di accordi commerciali costruita da Bruxelles rende lo spazio comunitario un partner imprescindibile per le economie di decine di paesi, ma tale rete va ampliata ulteriormente se si vuole favorire la diffusione dell’euro – obiettivo a cui contribuirà anche l’euro digitale.
Lagarde sottolinea però che “una base geopolitica credibile deve poggiare anche su solide partnership militari”. La UE deve edificare un nuovo sistema di sicurezza internazionale incentrato su Bruxelles, almeno parzialmente autonomo da quello statunitense: è questo che sta dicendo la presidente della BCE.
Alla UE serve poi la definitiva integrazione dei mercati dei capitali, ma soprattutto servono dei safe asset comuni, ovvero gli Eurobond. Servono insomma dei titoli di debito pubblici totalmente sicuri, che attirino investitori e che possano anche facilitare il percorso di riarmo e transizione verso un’economia di guerra. Una difesa davvero europea deve essere finanziata a livello congiunto, ha detto.
Infine, dal punto di vista della cornice legale, la UE può avere un “vantaggio competitivo” secondo Lagarde, ma un passo avanti sarebbe l’adozione di un sistema di votazione che consideri “un aumento dei voti a maggioranza qualificata”, per evitare il potere di veto di singoli paesi. Un procedimento che blocca tante opportunità per una realtà che si evolve per geometrie variabili.
Riassumendo, l’euro può assumere un ruolo maggiore nella guerra monetaria della competizione interimperialistica. Sempre, però, che la UE si trasformi una volta per tutte in un soggetto politico a tutto tondo. È un passaggio determinante per il suo futuro, e anche Lagarde chiama le classi dirigenti del Vecchio Continente a cogliere il momento.
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