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30/05/2025

La “profilazione razziale” nell’ordine pubblico è un problema serio

Uno studio europeo dice quello che è davanti agli occhi di tutti in qualsiasi stazione ferroviaria o strada e... apriti cielo.

“La nostra raccomandazione verso il governo italiano è che conduca al più presto uno studio indipendente sul fenomeno della profilazione razziale nelle sue forze di polizia, per poter valutare la situazione”. Ad affermarlo è Bertil Cottier, il presidente della Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza del Consiglio d’Europa (Ecri) presentando il rapporto.

La vicepresidente dello stesso organismo, Tena Simonovic Einwalter, ha sottolineato che: “È un fenomeno crescente in molti Paesi europei, agenti di polizia fermano le persone basandosi sulla base del colore della pelle, o sulla loro presunta identità o religione, tutto ciò viola i valori europei”.

“Nel nostro report annuale 2024 non citiamo Paesi nello specifico, ma basandoci sui report paese già pubblicati in passato, tra cui quello sull’Italia, possiamo certamente dire che il problema della profilazione razziale nell’operato delle forze dell’ordine è un problema che si riscontra frequentemente in Italia e Francia”, ha aggiunto Tena Simonovic Einwalter.

Lo stesso rapporto indica invece una lieve controtendenza in uno dei paesi in cui il fenomeno negli anni scorsi è stato assai pesante e denunciato sistematicamente: la Gran Bretagna.

Fin qui lo studio segnala un fattore circoscritto invitando a studiarlo per riparare i danni, ma poi allarga la sfera del problema estendendola anche alla politica che in Italia critica i giudici sui processi che riguardano i migranti, ai politici che fanno dichiarazioni omofobe e razziste, etc. con argomentazioni piuttosto consuete ma che battono sui nervi dei partiti di destra oggi al governo in Italia.

Questo secondo aspetto del rapporto della Commissione contro il razzismo e l’intolleranza del Consiglio d’Europa è stato meno pubblicizzato, preferendo dare risalto alle osservazioni sui comportamenti delle forze dell’ordine. Da qui la levata di scudi di tutti i ministri, i sottosegretari, i funzionari, gli uscieri della destra a difesa “degli uomini e delle donne in divisa”.

Ma a questo atteggiamento della destra si è allineato anche il Presidente della Repubblica Mattarella, che solo fino a ieri ci ha ripetuto un giorno si e un giorno pure che bisogna essere sempre allineati e obbedienti all’Europa, ai suoi valori e alle sue istituzioni.

Ma c’è veramente qualcosa di inedito, non veritiero o scandaloso nel rapporto del Consiglio d’Europa? Se un qualsiasi osservatorio indipendente “italiano” monitorasse quanto avviene nelle stazioni e nelle strade italiane giungerebbe alle medesime conclusioni. È forse sfuggito a molti quanto accade e quanto è accaduto nei mesi invernali davanti agli Uffici Stranieri delle Questure dove si rinnovano i permessi di soggiorno? Era alla luce al sole. Eppure sarebbe bastato un minimo di organizzazione e bendisposizione in più per evitare file vergognose e perfino alcuni decessi in strada.

Il fatto che la marginalità e l’illegalità vedano spesso coinvolti cittadini stranieri – spesso abbandonati in un limbo a vagare per le strade senza vedere alcuna luce in fondo al tunnel dopo essere riusciti ad arrivare qui – già darebbe una cornice oggettiva a comportamenti soggettivi. Ma quando è la stessa politica istituzionale a fomentare comportamenti scorretti o arbitrari da parte di “uomini e donne in divisa”, è chiaro che prima e o poi la contraddizione balza agli occhi. Anche in quelli di organismi europei adorati da alcuni e detestati da altri, a seconda delle circostanze.

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