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28/05/2025

Gaza - La popolazione assalta i centri di distribuzione, i contractors scappano, i soldati israeliani sparano

La società statunitense che opera in coordinamento con l’esercito israeliano ha perso il controllo di un centro di distribuzione di aiuti a Rafah, nel sud di Gaza, martedì, dopo che grandi folle di palestinesi si sono precipitate sul sito. Le forze israeliane hanno aperto il fuoco quando la situazione è degenerata, ferendo diverse persone.

Secondo Israel Hayom, i soldati israeliani hanno sparato in aria e hanno chiamato gli elicotteri per evacuare il personale della compagnia americana.

Una breccia nella recinzione del centro ha permesso ai palestinesi di riversarsi e alcune attrezzature sono state sequestrate, ha riferito la Israeli Broadcasting Corporation. Yedioth Ahronoth ha anche notato che le guardie armate della compagnia sono fuggite dalla scena a causa della folla schiacciante.

Il canale israeliano Channel 13 ha confermato che l’esercito ha estratto il personale della compagnia dal sito, mentre il Canale 12 ha descritto una scena di “grave sovraffollamento”, durante la quale le persone hanno sequestrato forniture di aiuto, mobili e qualsiasi oggetto disponibile.

Ismail Thawabta, direttore generale dell’ufficio stampa del governo a Gaza, ha condannato la risposta israeliana e ha ritenuto l’occupazione pienamente responsabile dell’incidente. Lo ha descritto come un “disastroso fallimento”, affermando che le forze israeliane hanno aperto il fuoco sui civili, ferendone diversi.

Thawabta ha detto che il tentativo di distribuire aiuti nelle cosiddette “zone cuscinetto” è fallito, definendolo uno sforzo deliberato da parte dell’occupazione per gestire – e peggiorare – la crisi umanitaria che ha creato attraverso l’assedio, la fame e i bombardamenti. Ha sottolineato che civili disperati e affamati – privati di cibo e medicine per quasi 90 giorni – hanno preso d’assalto il centro di aiuto in scene di “tragedia e disperazione”.

L’Ufficio stampa del governo ha ribadito il suo rifiuto delle “zone cuscinetto” e dei “corridoi umanitari” sotto la supervisione di Israele, affermando che questi meccanismi vengono utilizzati come strumenti di ricatto politico.

Thawabta ha condannato l’uso degli aiuti umanitari come arma e ha criticato il continuo impedimento da parte di Israele di consegnare aiuti ufficiali alle Nazioni Unite e alle ONG attraverso i valichi stabiliti.

Gli eventi si sono svolti poche ore dopo che la società americana, denominata Gaza Humanitarian Foundation, ha iniziato a distribuire aiuti come parte di un piano congiunto israelo-americano.

Questa iniziativa è stata respinta dalle Nazioni Unite e da numerose organizzazioni umanitarie, che sostengono che sfolla i civili, mette a rischio vite umane e politicizza la consegna degli aiuti.

Axios ha citato la società dicendo che “un numero molto elevato” di palestinesi è venuto a ricevere aiuti, spingendo la loro squadra a ritirarsi dall’area a causa del caos.

Il Raduno Nazionale delle Tribù, dei Clan e delle Famiglie Palestinesi a Gaza ha rilasciato una dichiarazione avvertendo che le scene caotiche hanno confermato il vero intento del meccanismo israeliano: usare gli aiuti come strumento militare e politico.

Il gruppo ha affermato che anche l’arresto di un palestinese sul posto dimostra che il meccanismo di aiuto è progettato per ingannare, manipolare e militarizzare gli sforzi umanitari.

Ramy Abdu, direttore dell’Osservatorio euro-mediterraneo dei diritti umani, ha rivelato che gli aiuti distribuiti a Rafah erano originariamente appartenuti alla Rahma International Foundation. Secondo Abdu, l’azienda americana e l’esercito israeliano hanno ingannato l’organizzazione e confiscato i suoi camion per utilizzarli nel loro programma di aiuti politicamente motivato.

L’ufficio stampa del governo ha fatto eco a questa accusa, affermando che la società americana – sostenuta dalle forze israeliane – si era impossessata di diversi camion di aiuti da una ONG internazionale con falsi pretesti.

Questi camion sono stati successivamente trasferiti al centro gestito dagli americani nella zona cuscinetto, dove gli aiuti sono stati distribuiti sotto la supervisione militare ai civili indeboliti dalla carestia e dall’assedio.

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