Presentazione


Aggregatore d'analisi, opinioni, fatti e (non troppo di rado) musica.
Da ciascuno secondo le sue possibilità, a ciascuno secondo i suoi bisogni

23/05/2025

Il regionalismo riporta il nucleare in Italia

Mercoledì scorso, a Milano, Rafael Mariano Grossi, direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’Energia atomica (Aiea), e Attilio Fontana, presidente della Regione Lombardia, hanno firmato un protocollo di intesa che ha una portata epocale per l’Italia. Con esso, infatti, si riapre infine la strada al nucleare in Italia.

Gli obiettivi di questo accordo sono quelli di valorizzazione dell’energia nucleare nella transizione ecologica, l’utilizzo di questa fonte in settori strategici come la medicina e l’agricoltura, e ovviamente la promozione della cooperazione internazionale come strumento per porre in sinergia conoscenze comuni e all’avanguardia.

Insomma, quello che viene definito un ‘uso pacifico’ del nucleare, ma che nasconde sempre il pericolo del dual use. Si tratta, infatti, della tecnologia che per eccellenza può avere risvolti militari, e basta anche pensare al fatto che tra i fondatori di Nuclitalia, la società che dovrebbe guidare il ritorno del nucleare in Italia c’è proprio Leonardo.

Del resto, l’attività di Nuclitalia (per cui è stata annunciata una prima dotazione di 30 milioni) sarà completamente calata nella dimensione europea della filiera atomica, che vede anche potenze nucleari come la Francia. È chiaro che le sinergie che potranno essere trovate nella ricerca di settore andranno a favorire tutto un complesso che è sia civile sia militare, nell’orizzonte dell’autonomia strategica europea.

Tornando all’accordo tra Aiea e Lombardia, bisogna sottolineare come la regione italiana si sia mossa d’anticipo sulle opportunità che questo comparto può offrire all’economia locale. Ma non si può sottolineare come questa intesa sia segnata ancor di più da processi di lunga data che coinvolgono il nostro paese, dentro il percorso di integrazione europea.

Innanzitutto, mentre la delega governativa riguardante il nucleare è ancora in via di approvazione, eventi come il Nuclear Power Expo palesano la rapacità delle imprese che vedono nell’Italia il prossimo terreno di profitti legati all’energia atomica. A Milano lo sanno bene, e hanno dato quindi immediatamente vita a una cornice istituzionale che favorisca l’afflusso di capitali.

Pur nelle criticità del comparto, bisogna inoltre dire che si osserverà anche in questo caso la divergenza tra un’area settentrionale dell’Italia ancor più profondamente legata al core economico europeo, e un’area meridionale ulteriormente abbandonata a se stessa. Insomma, la forzatura verso il ritorno al nucleare sta avvenendo per via del regionalismo ‘differenziato’ incardinato nelle riforme europee.

Come ha sottolineato Grossi, infatti, “questo memorandum di intesa è il primo nella storia dell’agenzia [Aiea] a livello regionale. E questo è la chiara testimonianza delle capacità che questa bellissima regione italiana ha da offrire sul piano scientifico, culturale e tecnologico”.

Ancora più chiaro è stato il sottosegretario regionale con delega alle Relazioni Internazionali ed Europee, Raffaele Cattaneo, che ha ricordato come l’accordo sia un “successo nato dalla missione istituzionale che la Regione ha condotto lo scorso gennaio a Vienna”, presso la Rappresentanza permanente italiana alle organizzazioni internazionali.

A suo avviso, l’intesa “conferma la capacità della Lombardia di dialogare con i grandi attori della comunità internazionale su temi strategici come l’energia, l’innovazione e lo sviluppo sostenibile”. La logica dell’autonomia differenziata, che vuole le regioni responsabili anche di relazioni estere, si rivede perfettamente nell’incontro di mercoledì tra Grossi e Fontana.

Fonte

Nessun commento:

Posta un commento