Presentazione


Aggregatore d'analisi, opinioni, fatti e (non troppo di rado) musica.
Da ciascuno secondo le sue possibilità, a ciascuno secondo i suoi bisogni

07/07/2025

“Il movimento di liberazione curdo non si faccia usare da Israele”

Riportiamo un articolo della testata Middle East Eye, che sostiene di aver intercettato alcuni documenti relativi alle comunicazioni fra Ocalan e gli esponenti del Partito della sinistra turca incaricato di mediare nell’ambito del processo di pace fra stato turco e PKK. Il Middle East Eye è tradizionalmente vicino alla linea politica di Turchia e Qatar; quindi, è verosimile che le sue fonti in materia di comunicazioni segrete siano di prima mano, ancorché mosse da interessi ben determinati.

Ne vien fuori che il leader curdo incarcerato stia cercando di limitare la forte influenza che il blocco statunitense-sionista attualmente esercita nei confronti del movimento di liberazione curdo: la guerra totale per ristabilire i rapporti di forza nell’area, infatti, minaccia chiunque, anche la Turchia.

*****

Abdullah Öcalan del PKK: “Nessuna supremazia israeliana attraverso i curdi”

In alcune note trapelate, Öcalan si presenta come il leader curdo in grado di fermare le ambizioni regionali di Israele.

Da quando è scoppiato il conflitto tra Israele e Iran lo scorso anno, la Turchia ha trovato un alleato inaspettato: Abdullah Öcalan, il leader incarcerato del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK).

Per mesi, fonti interne ad Ankara hanno attribuito l’apertura del governo turco al PKK e ad altri partiti curdi come parte della sua strategia per impedire al gruppo armato di diventare un proxy o un’arma di pressione contro la Turchia, nel contesto della rivalità regionale tra Iran e Israele.

La Turchia è da tempo preoccupata per i tentativi iraniani di utilizzare il PKK contro Ankara, ma la crescente influenza di Israele nella regione e le relazioni sempre più tese hanno anche sollevato il timore che il PKK possa trovare un altro partner sul campo.

Tuttavia, il documento relativo ad una riunione trapelato e visionato da Middle East Eye indica che Öcalan, il quale ha guidato la lotta armata contro la Turchia per quasi 40 anni, è fermamente contrario a qualsiasi potenziale predominio regionale da parte di Israele.

Il verbale, che descrive in dettaglio un incontro tra Öcalan e una delegazione del Partito Democratico filo-curdo del 21 aprile, registra le preoccupazioni del leader del PKK sulla possibile “Gaza-izzazione” della regione, termine che usa per descrivere la volontà di Israele di attaccare i paesi vicini a piacimento, portando potenzialmente alla loro divisione.

“Israele ha questo obiettivo da 30 anni. Per tre decenni, Israele ci ha segretamente promesso uno Stato”, ha dichiarato Öcalan durante l’incontro, secondo il documento.

Ha aggiunto che Israele stava usando i media per incoraggiare i curdi a fondare uno stato indipendente. “Qualsiasi attore regionale riesca ad allineare i Curdi con i propri interessi otterrà il predominio in Medio Oriente”, ha detto. “Se ne sono resi conto prima di me”.

“Gaza-izzazione” della regione

La posizione antisraeliana di Öcalan è ben nota, poiché il suo gruppo aveva sede nella valle della Bekaa negli anni ’80, dove collaborava con i gruppi del movimento di liberazione palestinese di sinistra. Nel documento, Öcalan si presenta come il leader che potrebbe impedire a Israele di diventare la potenza egemonica in Medio Oriente.

“I continui andirivieni tra Netanyahu e Trump ruotano attorno a questo. È una strategia in cinque fasi. Le prime tre – Gaza, Libano, Siria – sono state completate. Ne rimangono solo due: Iran e Turchia”, ha affermato.

“L’obiettivo è rendere Israele come forza dominante che plasma la strategia mediorientale”.

Öcalan ha aggiunto che i Curdi sono una parte essenziale di questa strategia, ed egli stesso è l’unica persona in grado di impedire che la branca siriana del PKK, le Forze Democratiche Siriane (SDF), o il suo quartier generale, cadano sotto l’influenza dell’Iran o di Israele.

Ha anche descritto uno scambio di messaggi con l’allora Ministro degli Esteri israeliano Yitzhak Shamir nel 1982, quando Öcalan era di stanza a Damasco sotto la protezione del presidente siriano Hafez al-Assad.

“Mi dissero di lasciare Damasco, che mi avrebbero dato tutto ciò che volevo”, ha dichiarato, secondo il documento.

“Dicevano che ero una grave minaccia per la sicurezza di Israele. Fu forse il Ministro degli Esteri di allora, Shamir – Yitzhak Shamir? – nel 1982, a chiedermi: Cosa volete da noi? Perché state usando questi giovani contro di noi?”.

Diversi governi israeliani hanno offerto sostegno politico e militare alla Turchia negli anni ’90, stringendo una salda alleanza con i generali laicisti dell’epoca.

Ma sotto la presidenza di Recep Tayyip Erdogan, le relazioni si sono deteriorate e Ankara ha occasionalmente accusato Israele di sostenere indirettamente il PKK.

Dividere la Siria

Le relazioni hanno toccato il fondo dopo la guerra a Gaza, e le dichiarazioni ufficiali israeliane riguardo “ai Curdi”, in particolare riguardo ai gruppi legati al PKK in Siria, sono da allora cambiate.

A novembre, il Ministro degli Esteri israeliano Gideon Saar ha apertamente chiesto relazioni più strette tra Israele e le comunità curde, affermando che il suo Paese avrebbe dovuto rivolgersi ai Curdi e ad altre minoranze regionali che sono alleati “naturali”.

Öcalan ha affermato che l’agenzia di intelligence israeliana Mossad lo aveva contattato anche a Mosca, dove si era rifugiato dalle autorità turche nel 1998, dicendogli che avrebbero potuto nasconderlo anche in Russia.

“È in atto un piano per trasformare la regione da Sulaymaniyah ad Afrin in un’altra Gaza”, ha detto Öcalan, “Israele ha preparato tutto il terreno per questo”

Dopo la caduta di Assad a dicembre, l’agenzia di stampa israeliana Kann ha riportato diversi abboccamenti tra Israele e le Forze Democratiche Siriane (SDF), un gruppo armato sostenuto dagli Stati Uniti e guidato da ramificazioni del PKK.

MEE ha riferito a dicembre che Israele stava pianificando di dividere la Siria in quattro regioni, tra cui una per i Drusi e una per i Curdi, per mantenere il vicino debole e diviso. Il piano ha fatto infuriare la Turchia.

Öcalan ha aggiunto che la guerra di Israele contro Gaza sia già finita e ora Israele sta cercando di trascinare i Curdi in un conflitto a tutto campo contro la Turchia – “nell’ambito di questo processo di Gaza-izzazione”, ha detto.

A febbraio, Öcalan ha chiesto lo scioglimento del PKK. La leadership del PKK, dopo aver tenuto un congresso a maggio, ha dichiarato che si sarebbe sciolta e avrebbe posto fine alla lotta armata.

Tuttavia, Ankara non ha ancora ricevuto alcuna prova che indichi che il PKK sia effettivamente in procinto di scioglimento.

Öcalan sostiene che la Turchia stia entrando in un importante processo di democratizzazione attraverso i negoziati con il movimento politico curdo.

“Il vantaggio strategico per noi si sta spostando verso la Turchia; solo un bambino non lo capirebbe”, ha affermato, “Dovremmo consegnare questo vantaggio a Israele?”

Fonte

Nessun commento:

Posta un commento