Una inchiesta della rivista Altreconomia ha svelato le forniture Israele da parte di aziende italiane di prodotti cosiddetti dual use, destinati formalmente a usi civili, ma impiegabili in ambito militare.
Secondo i dati rivelati da Altreconomia nel database del commercio mondiale Comotrade, “nel 2024 l’Italia ha iniziato a esportare cordoni detonanti verso Israele, inviando complessivamente 140 tonnellate di materiale per un valore di 2.078.458 euro”. Un quantitativo che risulta persino superiore a quello fornito dagli Usa.
Stando all’inchiesta della rivista israeliana “+972 Magazine” gli esplosivi sono serviti a finire le devastazioni già effettuate su Gaza da bombe e bulldozer per radere al suolo la Striscia e renderla non più abitabile dai palestinesi.
A questo potrebbero essere stati impiegati gli esplosivi di provenienza italiana classificati e spediti in Israele sotto la categoria “concimi”. Un quantitativo “senza precedenti” di “nitrato di ammonio non in soluzione acquosa, con tenore di azoto, in peso, superiore al 34%”.
In termini tecnici si tratta di “precursore di esplosivo usata nella produzione di fertilizzanti ma anche di mine e miscele detonanti”.
Secondo l’inchiesta di Altreconomia, da novembre 2023 a marzo 2025 (quindi dopo il 7 ottobre 2023 e l’inizio del massacro dei palestinesi a Gaza) l’Italia ne ha esportate in Israele e senza interruzione ben 5.980 tonnellate.
Al momento la Farnesina, il ministero della Difesa quello dell’Agricoltura non hanno commentato le rivelazioni dell’inchiesta.
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