In una lettera inviata ai responsabili delle istituzioni europee, 27 ex ambasciatori della UE hanno denunciato l’inaccettabilità della riluttanza dell’Unione Europea nel prendere provvedimenti di sanzione nei confronti di Israele per la sua condotta a Gaza e in Cisgiordania.
Nel testo gli ex diplomatici scrivono che “La reazione di Israele è stata, come affermato da diverse istanze delle Nazioni Unite, indiscriminata e completamente sproporzionata. Notiamo che la Corte internazionale di giustizia, nelle sue ordinanze provvisorie dello scorso anno, ha concluso che esiste un rischio plausibile di genocidio”.
“La mancata adozione di provvedimenti concreti comprometterà ulteriormente la reputazione già danneggiata dell’UE nella regione e, più in generale, la sua politica estera nel Mondo”, si legge nella conclusione della lettera degli ex ambasciatori, dove viene sottolineato il rischio che l’UE venga accusata di doppi standard, in contrasto con la sua posizione intransigente sull’invasione russa dell’Ucraina.
È bene ricordare che dal 2000, esiste un Accordo di associazione che regola il dialogo politico e la cooperazione economica tra UE e Israele. A maggio, Bruxelles ha avviato una revisione dell’intesa, rilevando “indicazioni” di violazioni israeliane dei diritti umani a Gaza e in Cisgiordania, basate sui rapporti di organizzazioni internazionali indipendenti.
Gli ex diplomatici criticano l’Alta rappresentante per la politica estera UE, Kaja Kallas per non avere dato seguito a queste conclusioni con misure concrete, chiedendo invece che l’Accordo sia sospeso per inviare “un chiaro messaggio al governo israeliano”, anche in caso di cessate il fuoco.
“Se la sospensione totale non è possibile, si proponga almeno la sospensione degli elementi dell’accordo che rientrano nella competenza comunitaria, come le preferenze commerciali e il programma di ricerca Horizon”.
Per sospendere le preferenze commerciali, servirebbe una maggioranza qualificata del Consiglio: almeno il 55 per cento degli Stati membri (15 su 27), o i rappresentanti di almeno il 65 per cento della popolazione dell’Ue.
La lettera propone il divieto assoluto di commerciare con gli insediamenti israeliani illegali in Cisgiordania, incluse merci, servizi e transazioni commerciali.
Per martedì prossimo a Bruxelles è prevista una riunione dei ministri degli Esteri dell’UE per discutere sulle possibili azioni da intraprendere verso Israele.
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