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24/10/2014

Crisi serbo-albanese, il drone calcistico, il fratello scemo


Tirana e Belgrado non si sono mai amate nella storia, e non serviva certo la cretineria del fratello del premier albanese Edi Rama che ha fatto sventolare da un drone il vessillo ‘grand’albanese’ sul campo di calcio delle nazionali di Serbia e Albania. I dettagli della stupidità.

Dunque era il fratello del premier albanese il colpevole. Il fratello minore di Edi Rama, il premier, a dar retta alle foto che esibisce sulla sua pagina Facebook. Si dichiara libero professionista, ama la cittadina di Vuno, a sud di Valona e i suoi ‘amici fb’ amano ed esibiscono quella stessa bandiera che è stata esibita a Belgrado. Delle tante guerre esplose tra slavi e albanesi, quella delle nazionali di calcio costrette a fare pugilato è il conflitto meno cruento fra tutti, ma assieme il più cretino. La bandiera “grande albanese” fatta volare sullo storico campo di calcio del Partizan di Belgrado.

Olsi Rama è coinvolto - se non è stato addirittura l’organizzatore - nel gesto di clamorosa stupidità. Olsi era stato subito fermato dalla polizia serba ma poi rilasciato. Ora sappiamo da LookOut, che il drone era stato piazzato sul tetto della Chiesa di San Gabriele Arcangelo, vicino allo stadio da Ismail Morinay, 32enne albanese residente in Italia, alpinista di free climbing. Sarebbe stato lui a farlo decollare. Dopo, dalla tribuna vip dello dello stadio, Olsi Rama avrebbe preso il controllo del drone dirigendolo sul terreno di gioco, dove è stato bloccato dal calciatore serbo Stefan Mitrovic.

Morinaj, l’alpinista, sarebbe amico di Olsi Rama. Adesso è inseguito dalle forze di sicurezza serbe, che hanno chiesto l’aiuto dell’Interpol per arrestarlo. L’Italia è il suo probabile rifugio. Ma adesso il problema è quello della crisi politica che il gesto sconsiderato ha aperto tra i due Paesi balcanici. E’ toccato poi ai due premier, Vucic e Rama, cercare di calmare gli animi per continuare il dialogo iniziato nello scorso agosto. In una lunga conversazione telefonica tra i due il 19 ottobre, entrambi hanno convenuto sul fatto che gli incidenti di Belgrado siano capitati nel momento meno opportuno.

Gli incidenti dello stadio di Belgrado hanno rappresentato “un evento molto sfortunato per Serbia e Albania, ci sono chiari disaccordi sulla ricostruzione delle dinamiche, ma non mancherà l’occasione di incontrarsi e lavorare per il mantenimento della stabilità regionale”. Con questa dichiarazione congiunta, ripresa da Ital Intermedia, i primi ministri di Serbia e Albania, Aleksandar Vucic ed Edi Rama, hanno posticipato al 10 novembre la storica visita a Belgrado del premier albanese, al posto di quella saltata il 22 ottobre. Ovviamente, dalla delegazione albanese sarà escluso Olsi Rama.

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