Sono state trovate ben 143 “bombe carta”, già confezionate e conservate in sacchetti di plastica. Il ritrovamento è stato effettuato della Digos di Roma in un edificio in via dell’Acqua Acetosa – nel triangolo nero di Roma Nord – occupato il 15 novembre da esponenti della estrema destra romana riconducibili al gruppo “Campozero” con qualche connessione nel mondo ultrà. Cosa sia questo gruppo neofascista lo si desume da un suo comunicato che presentava così gli scopi dell’occupazione della struttura, un ex palazzina dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato: “Prima che tutta Roma diventi come Tor Sapienza o Corcolle, rispondiamo con la militanza sociale. E non dimentichiamo che la povera signora Reggiani venne barbaramente assassinata da un immigrato proprio al di là del Tevere in mezzo al completo degrado. Campozero sarà: Cultura, Conferenze, Teatro, Cineforum, Sala Pc, Arte, Pittura. Palestra popolare, Squadra di Calcio sociale agonistica. Aggregazione, solidarismo, comunità. Tradizione, Identità, Popolo, Romanità, Rivoluzione”.
Dieci giorni fa l’edificio era stato sgomberato. Per tutta risposta i fascisti avevano occupato un assessorato della Regione Lazio motivando così la loro azione: “Campozero resiste e rilancia i manganelli di Zingaretti, la repressione degli speculatori e il degrado dei terzomondisti non fermeranno il progetto campozero. Abbiamo occupato l'assessorato al patrimonio della Regione Lazio ed in questo momento, con cento militanti, stiamo presidiando l'ottavo piano dove si trova l'ufficio dell'Assessore Refrigeri. Non siamo disposti a cedere di un metro: l'ex-poligrafico deve tornare in nostro possesso. Le marchette dell'assessore non ci interessano, così come ce ne freghiamo di chi, con ogni mezzo, vuole impedirci di esprimere le nostre idee e la nostra militanza sociale. Quella di questa sera è solo la prima azione di Campozero. Non ci sarà tregua fino a quando l'ex-poligrafico non sarà liberato dalla malapolitica e dal malaffare”.
Ma solo successivamente i poliziotti, forse allertati da una soffiata o sollecitati per la dimenticanza, sono tornati nella palazzina occupata dai fascisti di Campozero ed hanno trovato l’arsenale. I fascisti legati a quell'occupazione – secondo la Digos – sarebbero “cani sciolti delle curve” sia laziali sia romanisti. Lo spazio era già stato occupato nell’estate del 2013 dal gruppo facente capo al noto neofascista Giuliano Castellino, con il nome di “Circolo Poligrafico”.
Al momento non vi sarebbero indagati perché il “ritrovamento è avvenuto a due giorni di distanza dallo sgombero e quindi non è stato possibile associare gli esplosivi a chi materialmente occupava lo stabile”.
Non lontano dal posto occupato dai fascisti in via dell’Acqua Acetosa, c’è il circolo “Boreale” su via Tor di Quinto, quello da cui partì l’agguato contro i tifosi napoletani che portò all’uccisione di Ciro Esposito e all’arresto per omicidio di Daniele De Santis “Gastone”, uomo di connessione tra i fascisti e settori di ultrà giallorossi.
Poco più in là c’è l’area di Ponte Milvio, dove prosperano bar e localini gestiti dall’estrema destra e teatro spesso di manifestazioni dei gruppi neofascisti quando se le vedono impedite in altre zone della città. Acqua Acetosa-Tor di Quinto-Ponte Milvio, un triangolo nero sul quale incombe poi la mano di Massimo Carminati, “il nero” della Banda della Magliana che controlla questa zona dentro la spartizione malavitosa a quattro della città. Gli altri clan sono i Fasciani (zona ovest e Litorale), i Casamonica (Roma sud), Michele Senese (zona Est).
Fonte
Nessun commento:
Posta un commento