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22/11/2014

Le Brigate di Daish, i nuovi arruolati, la nuova gerarchia


L’ostinazione di Aldo Madia su nomi e sui dettagli insiste a chiamare con la sua sigla araba l’organizzazione del Califfo. Negli ultimi mesi DAISH registra un sensibile aumento di occidentali convertiti all’Islam radicale e formazioni di matrice qaedista. Il punto e gli aggiornamenti più segreti.

Questione lessicale. I diversi possibili nomi con cui indicare la stessa cosa. Lo ‘Stato islamico dell’Iraq e del Levante’ (ISIL), anche tradotto come lo ‘Stato islamico dell’Iraq e della Siria’ (il più diffuso ISIS) ; oppure ‘ad-Dawlah al-Islamiyah fil-’Iraq wa ash -Shām’, (stesso significato in lingua araba conosciuto con l’acronimo arabo Da’ish). Del resto Abu Bakr al Baghdadi è solo il nome di battaglia di Ibrahim Awad Ibrahim Abu Badr bin Amosh, al Badri al Samarrai, nato a Samarra e non nella capitale irachena, autonominato Califfo di DAISH e del mondo islamico.

Nuove affiliazioni
A ottobre, il gruppo responsabile dell’uccisione di centinaia di militari egiziani, ‘Ansar Bait al Maqdis’, attivo nel Sinai, giura obbedienza ad Abu Bakr al Baghdadi, Califfo di DAISH e del mondo islamico.
Il movimento di Baghdadi accetta il giuramento della formazione egiziana attraverso una registrazione audio, anche per dimostrare che il Califfo non è stato ucciso come diffuso dai media il 9 novembre.
Solo due mesi prima, un altro gruppo egiziano, ‘Jund al Khilafah fi Ard al-Kinana’ (I Soldati del Califfo in Egitto), si affilia a Baghdadi.

L’Africa musulmana
Dal continente africano le organizzazioni che si affiancano a Daish sono cinque.
Al Qaeda in the Islamic Maghreb’ di Mokhtar Belmokhtar che opera da Algeri alla fascia sahelo-sahariana fino al Corno d’Africa;
Il gruppo Khoresan di Muhren al Fadhli, già vicino a Osama bin Laden e al Fonte al-Nusra;
La libica ‘Ansar al Sharia’ che a novembre proclama il Califfato a Derna;
In Nigeria, sin dal luglio gli integralisti di ‘Ahlis Sunna Lidd’awati wal-jihad’ (Militanti Impegnati alla Propaganda e del jihad secondo i princìpi del Profeta) noti in Occidente come il gruppo Boko Haram;
A luglio gli Shabaa somali.

La culla Medio Oriente
Altre formazioni che si riferiscono a Daish sono: ‘Al Qaeda in the Arabian Peninsula’ (AQAP) yemenita comandata da Nasser al-Wuheyshi;
Nella regione dello “Sham” (Libano, Siria, Iraq) il piccolo gruppo Abdullah Azzam, attivo nella zona transfrontaliera Siria- Libano;
E al-Nusra, passato dalla guerra all’ ”Islamic State of Iraq and Sham” (ISIS o Daish che dir si voglia) alla tregua e poi all’alleanza tattica nelle aree a maggior impegno.

L’Asia non araba
Dall’Asia, le Brigate degli affiliati sono: l’ex qaedista Abu al-Uda al Sudani sin dall’aprile, operante in Afghanistan;
Dal Pakistan, a luglio, il gruppo ‘Tehreek-e-Khilafat’ già taleban di matrice deobandi e molto legato ad al-Qaeda;
Dall’Indonesia, sempre a luglio, i Mujaeddin dell’Est, la ‘Jamaah Islamiyah di Abu Bakr al-Bashir’, già militante in al-Qaeda e la Jama’ah Anshairut Tauhid;
Dalle Filippine, il gruppo di Abu Sayyaf.

La minaccia ‘Infiltrati’
Cellule operative sarebbero presenti in Canada, dove il 23 ottobre al Parlamento di Ottawa un militante ha ucciso un soldato ed è penetrato nel Palazzo, venendo poi ucciso.
Altri serbatoi di reclutamento sono gli occidentali convertitisi all’Islam radicale e poi andati a combattere in Iraq e Siria, ormai arrivati a circa 17 mila;
I sunniti iracheni emarginati dopo la guerra USA – U.K. in Iraq del 2003;
I sunniti emarginati in Mali dopo l’intervento della Francia del gennaio 2014 e tutt’ora in corso.
Si ha notizia di presenze jihadiste organizzate anche in Cina, ma mancano i dettagli.

Il ‘Governo Daish’
La linea di comando di Daish non risulterebbe significativamente mutata:
1) Baghdadi, incontrastato leader, è ferito;
2) Dei vice, Abu Muslim al Turkman, Capo dell’Intelligence e Governatore dei territori ‘conquistati’ in Iraq, sarebbe solo ferito;
3) così come Abu Alì al Anbar, Governatore dei territori siriani e Capo del Consiglio di Sicurezza;
4) Capo militare è ancora Omar al-Shishani, ceceno;
5) Abu Mohammed al Adnani, Capo della propaganda e membro della Shura (Governo) potrebbe essere stato ucciso anche se a sua firma è stato inviato un Tweet nel quale parla del  ferimento di Baghdadi.

La catena di comando
Baghdadi, benché ferito, sarebbe rimasto alla guida del Consiglio della Sharia che vigila sul rispetto di tutti gli altri Consigli alle sue dipendenze.
Il Consiglio conserverebbe il potere di nominare il “Califfo” nel caso di morte del leader;
La Shura, alla quale partecipano tutti i Ministri di particolari competenze (in un numero indicato fra 10 e 15) conserva il potere consultivo;
Il Consiglio Militare sarebbe rimasto ad Abu Ayman al-Iraqi, già esponente dell’Intelligence irachena con Saddam, e Abu Ahmad al-Alwani, in passato militare baathista, mentre sarebbe rimasto ucciso nel raid aereo Abdul Rahman al-Athaee, nome di battaglia Abu Saja.
Indipendente anche da Baghdadi, continuerebbe a guidare le battaglie più impegnative Ibrahim Al Douri, ‘Naqshbandi Sheikh’, leader del New Baath Party ed esponente del ‘Supreme Command for jihad and Liberation’ (JRTN).

Gli errori occidentali
A) Le armi fornite all’opposizione ‘moderata’ contro la Siria vengono in gran parte acquisite in battaglia dai militanti di Daish o consegnate dai disertori siriani, e lo stesso avviene per le armi fornite al debole esercito iracheno;
B) La guerra sui due fronti attuali, jihadisti e - con intensità statunitense alternata - contro Assad comporta sul terreno una guerra che facilita le conquiste di Daish;
C) La posizione della Turchia, di fatto ostile ai peshmerga curdi impegnati contro Baghdadi, ne riduce la potenzialità;
D) La cooperazione praticamente clandestina con l’Iran, che, con i peshmerga ed Hezb’Allah è l’unica forza vittoriosa contro Daish.

Fonte

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