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21/11/2014

Sacconi: “Il mio piano realizzato dal Pd”

Jobs Act. L'ex ministro del Lavoro raggiante al congresso della Uil. I selfie con i delegati, l'abbraccio ad Angeletti, una chiacchierata fitta con Taddei: l'articolo 18 è ko e lui passa all'incasso.

L'ex ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, oggi presidente della Commissione Lavoro del Senato

tratto da http://ilmanifesto.info/

L’ammissione non potrebbe essere più cal­zante. «Non avrei mai pen­sato che dopo vent’anni che tento di cam­biare l’articolo 18, a farlo sarebbe stato un governo gui­dato dal segre­ta­rio di un par­tito di sini­stra». E viene fatta a chi gli rico­no­sce di aver vinto la bat­ta­glia sul Jobs Act. «È vero abbiamo vinto, anche se fino a ieri abbiamo dovuto far finta di liti­gare con la mino­ranza Pd. Ma il governo è stato bra­vis­simo a tro­vare un accordo e ora siamo entrambi sod­di­sfatti. Le dele­ghe credo daranno ragione più a noi che a loro». Più che un auspi­cio, quasi una cer­tezza, se l’ultima bat­tuta con Tad­dei è que­sta: «Ti chiamo domani per con­cor­dare l’ultimo punto sui licenziamenti».

Mau­ri­zio Sac­coni arriva da vin­ci­tore col sor­riso stam­pato in fac­cia tra gli «amici» della Uil andando a ingros­sare la pat­tu­glia molto nume­rosa di ex socia­li­sti. Si siede di fianco a Filippo Tad­dei, il respon­sa­bile eco­no­mia Pd, uno che quando parla del Jobs Act dice: «Io pre­sen­terò la delega sul con­tratto a tutele cre­scenti entro metà dicem­bre», come se fosse il mini­stro del Lavoro. I due par­lot­tano e annui­scono reciprocamente.
Quando Ange­letti fini­sce il suo discorso d’addio pro­nun­ciando la parola «Gra­zie», Sac­coni applaude sen­ten­dosi chia­mato in causa e va ad abbrac­ciare «l’amico Luigi». Fu lui da mini­stro del governo Ber­lu­sconi a teo­riz­zare in realtà l’isolamento della Cgil che portò all’epoca dei con­tratti sepa­rati. Gli abbracci, i sel­fie con i dele­gati si spre­cano. E poco male se il tutto avviene nel giorno in cui la Uil diventa bar­ri­ca­dera assieme alla Cgil. «Lo scio­pero gene­rale è un grave errore in un tempo come que­sto, così dif­fi­cile. Mi auguro si possa evi­tare per­ché que­sto è un tempo in cui non ci pos­siamo per­met­tere il lusso di inter­rom­pere la pro­du­zione e fer­mare i ser­vizi», chiosa poco con­vinto che accadrà.

20 novembre 2014
Fonte

Anche la destra ormai ammette chiaramente che il PD è un partito che attua politiche di destra. Magari un giorno se ne renderanno conto che gli elettroi "affezzionati" di suddetto partito.

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