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03/09/2016

“Non vi aspettate da me il silenzio dei codardi”. La parole di Dilma


L'attuale presidente del Brasile, Dilma Roussef, contrattacca rispetto alla campagna messa in campo dalla destra e dagli Usa per la sua destituzione. Dilma è stata guerrigliera, torturata, prigioniera, attivista politica. Una esperienza che emerge con forza nel momento di massimo scontro nel suo paese. Qui di seguito le sue parole pronunciate nella seduta del Senato brasiliano che ha approvato l'impeachment contro di lei:
"Porto i segni della tortura sul mio corpo, nella lotta contro la dittatura. Ho conosciuto per anni le sofferenze della prigione. Ho visto i miei compagni e le mie compagne violentati e assassinati. In quegli anni io ero molto giovane e avevo ancora molto da sperare dalla vita, avevo paura della morte, delle conseguenze della tortura nel mio corpo e nell'anima, ma non ho ceduto. Ho resistito.

Ho resistito alla tempesta di terrore che cominciava a intravedersi nell'oscurità dei tempi amari in cui il paese stava vivendo. Non ho cambiato posizione, malgrado il peso dell'ingiustizia sulle mie spalle, ho continuato a lottare per la democrazia. Ho dedicato tutti questi anni della mia vita alla lotta per una società senza odio e senza intolleranza. Ho lottato per una società libera da preconcetti e da discriminazioni. Ho lottato per una società dove non vi fosse miseria e non vi fossero esclusi. Ho lottato per un Brasile sovrano e più uguale dove ci fosse giustizia.

Di questo ho orgoglio: chi crede lotta. Non sarà ora, a quasi 70 anni di età, ora che sono madre e nonna, non sarà ora che abdicherò ai princìpi che sempre hanno guidato la mia vita. Nell'esercizio come presidente della Repubblica ho onorato l'impegno con il mio paese, con la democrazia e con lo stato di diritto. Sono stata intransigente nella difesa dell'onestà e nella gestione della cosa pubblica.

Per questo, di fronte alle accuse che sono dirette a me in questo processo, non posso evitare di sentire nuovamente in bocca il gusto amaro dell'ingiustizia e dell'arbitrio. E per questo, come già ho fatto in passato, resisto.

Non vi aspettate da me il silenzio ossequioso dei codardi. In passato con le armi e oggi con la retorica giuridica si pretende nuovamente attentare contro la democrazia e contro lo stato di diritto. Se alcuni gettano via il proprio passato e negoziano benefici per il presente, ne rispondano davanti alla propria coscienza e davanti alla storia per gli atti che commettono.

Quello che posso fare è solo rimpiangere quello che loro sono stati. E resistere, resistere sempre, resistere per risvegliare le coscienze che sono ancora addormentate, perché insieme possiamo mettere i piedi nel terreno che sta dalla parte giusta della storia, anche se il suolo trema e minaccia nuovamente di inghiottirci".
Dilma Rousseff – estratto del discorso di autodifesa al Senato Federale (Brasile)

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