Il decreto emergenze – detto anche «decreto Genova» – è il più grande regalo agli speculatori (almeno) dell’ultimo trentennio. Una roba che nemmeno Berlusconi e Lunardi nelle notti di Luna piena. Una simile porcheria uno se la può tranquillamente aspettare dalla Lega, meno dal Movimento Cinque Stelle che, almeno una volta, si definiva ambientalista, mentre adesso o è complice o è di un’ingenuità incredibile e comunque molto grave.
In Italia basta che faccia un po’ più di pioggia del dovuto che subito si parla di «emergenza» e succede un disastro. Allo stesso tempo, l’ultimo rapporto dell’Ispra (pubblicato una decina di giorni fa) evidenzia come negli ultimi cinque anni siano cresciuti sia lo sfruttamento del suolo sia le zone a rischio idrogeologico (quasi un quarto del paese ormai è a rischio). La risposta del governo è un doppio condono, per Ischia e per il cratere del terremoto: in sostanza si passa un colpo di spugna sopra i vecchi abusi e si fa passare l’idea che si possa costruire ovunque e comunque, tanto prima o poi si farà la sanatoria. La verità è che questi due condoni sono un’ottima base per i futuri disastri che avverranno in Italia.
La parte sul ponte Morandi di Genova, poi, è semplicemente ridicola: il capitolo dedicato agli appalti è, ad essere gentili, fumoso e produrrà una serie di contenziosi che lo Stato farà molta fatica a gestire. Non solo: gli indennizzi sono per lo più sgravi fiscali (quindi non sono indennizzi reali) e, soprattutto, ci sono i soldi per la distruzione del ponte ma non per la sua ricostruzione. Probabilmente Lega e Movimento Cinque Stelle suppongono che dovrà pensarci il prossimo governo. In pratica, né Salvini né Di Maio scommettono sulla lunga vita della loro alleanza, destinata a finire dopo le elezioni europee o giù di lì.
Le «opposizioni» (ahahahah) dal canto loro concentrano le critiche su due punti: il fatto che Toninelli sia scemo (il Pd) e il fatto che sempre Toninelli oggi abbia alzato il pugno chiuso in aula (Forza Italia).
L’Italia è il paese che amen. Ci meritiamo tutto.
Fonte
Diventa sempre più papabile l'ipotesi che alla fine, il ponte non lo ricostruirà nessuno...
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