In questo caso la vicenda riguarda Roma e l’esplosiva questione dei Piani di Zona, un esempio di distrazione di fondi pubblici a costruttori privati, incluse le cooperative, su cui è in corso da anni un durissimo scontro politico (con giunte di destra, sinistra ed ora pentastellata), sociale (con picchetti antisfratto per evitare che le famiglie vengano buttate fuori dalle loro stesse case), legale (con sentenze e inchieste della magistratura che stanno portando alla luce il verminaio dei Piani di Zona).
L’Asia-Usb è impegnata frontalmente in questo scontro contro la speculazione e il malaffare sui Piani di Zona a Roma senza aver mai fatto sconti a nessuno, adesso neanche al M5S che pure conosce bene tutta la vicenda e in passato ha contributo a questa battaglia.
Nella ricostruzione che pubblichiamo, l’avvocato dell’Asia-Usb, Perticaro mette nero su bianco il progetto di condono di provenienza M5S che punta a salvare i costruttori che hanno speculato sui Piani di Zona. Leggetelo con attenzione.
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Pronto un nuovo condono. La storia di un emendamento
Dopo che il Tar del Lazio con oltre 40 sentenze, il Consiglio di Stato con qualcuna di meno, la Suprema Corte di Cassazione anche a sezione unite con addirittura tre (3) diverse sentenze nel 2011, nel 2015 e nel 2018 che hanno stabilito, tutte, in modo pacifico che erano state violate le norme sull’edilizia residenziale pubblica, nonostante tutto ecco la soluzione: un EMENDAMENTO/CONDONO SALVA COSTRUTTORI per bloccare i contenziosi nati e che stanno nascendo per aver violato le leggi sull’edilizia residenziale pubblica.
Pertanto dopo tutti i Tribunali suindicati non da meno le decine di filoni di inchieste della Procura della Repubblica di Roma che ha contestato a coop. e soc. costruttrici, nella vicenda dell’edilizia residenziale pubblica, reati quali truffe ai danni degli inquilini e dello Stato, truffe aggravate, abusi di ufficio, omissioni di ufficio ed estorsioni, qualcuno imperterrito, per giustificare la responsabilità degli Uffici comunali, cerca di sostenere che, visto che le norme erano contraddittorie e loro erano in buona fede, bisogna fare un condono.
Leggete l’emendamento e capirete!
Scusate ma il danneggiato è solo chi ha venduto una casa a 400 mila euro che per legge ha un valore di 100 mila oppure chi ha comprato la casa a 400 mila euro e ne vale 100 mila??
Perché molti che hanno comprato hanno i mutui per 400 mila euro ma la casa vale 100 mila e come risolverà il genio dell’emendamento questo problema?
Ma per quei soldi pubblici che erano destinati all’edilizia residenziale pubblica come la mettete?
Si comprende che chi ha scritto quella norma ha poca dimestichezza con:
1) il diritto costituzionale;
2) il diritto penale;
3) il diritto amministrativo;
4) il diritto pubblico;
eccetera.
Perché non solo è anticostituzionale ma assolutamente inutilizzabile come emendamento.
E mi fermo qui.
CHI HA PRESENTATO L’EMENDAMENTO?
Finalmente abbiamo il nome dell’autore dell’emendamento/condono sui piani di zona: è il commercialista EMILIANO FENU senatore del 5 stelle eletto nella circoscrizione Sardegna – collegio Nuoro.
E se al peggio non c’è mai un limite... ecco l’ultima bozza di emendamento del commercialista Fenu che, mai prima d’ora si era occupato di edilizia residenziale pubblica.
E si vede direbbe qualcuno...
https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=2428928813790238&id=197879136895228
CHI C’È DIETRO?
UN PARTICOLARE IMPORTANTE SUI PIANI DI ZONA.
Era il 7 maggio del 2018 quando presso il consiglio notarile di Roma veniva organizzato un incontro di formazione così denominato: ”...problematiche P.E.E.P. Prospettive di risoluzione...”
L’incontro è stato presieduto dal presidente del consiglio notarile di Roma.
Era presente l’assessore all’urbanistica del Comune di Roma architetto Montuori che, secondo l’articolo, sosteneva che era necessaria un’interpretazione univoca della legge.
Tra i vari notai e luminari del diritto intervenuti (potete leggere i nomi nell’articolo allegato) era presente il prof avv. Scaccia.
La posizione assunta dal prof Scaccia, sempre secondo l’articolo allegato è stata quella di: “...evidenziare i profili di incostituzionalità della interpretazione data dalla cassazione nella nota sentenza del 2015...”
La nota sentenza di cui si parla è quella del 16 settembre 2015 n. 18135.
Oggi il professore Scaccia occupa il ruolo di capo di gabinetto del ministero delle infrastrutture. (http://trasparenza.mit.gov.it/archivio3_personale-ente_0_44064_68_1.html)
Un appunto che vorrei ricordare solo a me stesso che, le sentenze della Cassazione importanti sul punto sono ben 3 :
1) una del 2011,
2) una del 2015
3) l’ultima del maggio del 2018.
Fonte
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