14/07/2020
Silvestro Montanaro, un giornalista scomodo che amò l’Africa
La RAI non gli ha tributato che qualche secondo: la vendetta post-mortem contro Silvestro Montanaro per quelle inchieste scomode sull’Africa e il neocolonialismo, che la Rai mandava in onda sempre a notte fonda (“C’era una volta”), e per le quali era stato messo fuori dall’azienda radiotelevisiva pubblica 10 anni fa.
Al suo posto i soliti pappagalli embedded, con le loro narrazioni sui popoli del mondo opportunamente depurate da ogni riferimento ai veri responsabili di guerre e di stermini di massa, di traffici di ogni genere, di deprivazione di risorse naturali e dei diritti politici e civili: i governi occidentali e le multinazionali che sostengono e foraggiano ancora oggi – e lautamente – dittatori e governi-fantoccio.
Silvestro Montanaro se n’è andato ieri, a 66 anni. Aveva iniziato la sua carriera come corrispondente di Paese Sera e dell’Unità, per poi andare alla Voce della Campania. Lì si occupò di inchieste su mafia e camorra, e sugli intrecci tra cosche, politici ed imprenditori.
Montanaro, poi, dal 1989, fu nella squadra di Michele Santoro in Samarcanda, e da lì proseguì la collaborazione in Rai nelle trasmissioni Il Rosso e il Nero e Tempo Reale, diventandone coautore. Sempre in Rai fu autore del programma giornalistico C’era una volta, in onda su Rai3, e Dagli Appennini alle Ande.
Poi, 10 anni fa, la Rai, lo mise fuori la porta. Evidentemente i suoi reportage avevano innervosito troppo quei potenti del nostro e di altri paesi, che avevano ed hanno corposi interessi in quel continente che fu uno degli argomenti principali dei suoi documentari: la sua amata Africa.
Grazie a Silvestro abbiamo conosciuto a fondo una delle più grandi figure di rivoluzionari del novecento: Thomas Sankara, il Che Guevara africano diventato nel 1983 presidente rivoluzionario del poverissimo Alto Volta, rinominato Burkina Faso ovvero, «paese degli integri».
Sankara fu ucciso a soli 38 anni in un colpo di stato cruento. Interessi interni di risicati ceti privilegiati saldati a quelli di poteri regionali ma, soprattutto, internazionali, ebbero la meglio su un’esperienza scomoda e potenzialmente contagiosa, ma al tempo stesso ancora solitaria, perciò debole. Era il 15 ottobre 1987.
Con Silvestro abbiamo conosciuto tante storie e tanti esseri umani invisibili ai quali ha restituito voce e dignità. In Col cuore coperto di neve, un libro pubblicato nel 2016, Silvestro, raccontò l’orrore dell’abuso e della prostituzione forzata di tante donne, soprattutto bambine e bambini. Tante storie raccolte da Montanaro durante le sue coraggiose inchieste in America Latina, in Asia, in Africa e persino nella “civilissima” Italia.
Se ne va un giornalista vero lasciandoci più soli in mezzo a un desolante deserto fatto di conformismo e mediocrità mentre aumenta inesorabilmente la concentrazione dei grandi mezzi di comunicazione nelle mani di sempre più pochi – ma sempre più potenti – padroni e padrini.
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