Finalmente, con colpevole e grave ritardo, partono anche i tamponi di controllo all’Aeroporto di Orio al Serio (BG) per i viaggiatori in rientro da Spagna, Grecia, Malta e Croazia. Tuttavia, anche in questa occasione, la giunta regionale lombarda conferma con singolare arroganza la sua scelta fallimentare di privilegiare la sanità privata su quella pubblica.
Infatti, i tamponi all’aeroporto bergamasco saranno effettuati dal Gruppo San Donato, la grande azienda della sanità privata che gestisce il San Raffaele di Milano e altre 43 strutture in Italia, sul sito della quale si dovranno effettuare le prenotazioni.
La Lombardia è così l’unica regione che affida questa operazione di screening a un gruppo privato, che sarà ovviamente ben remunerato.
Una Regione, la Lombardia, che da trent’anni ha sempre privilegiato la sanità privata su quella pubblica, con leggi e disposizioni che hanno portato alle conseguenze ben note: 17.000 morti nella regione, più un numero non valutabile, ma altissimo, di invalidi a causa del Covid.
A capo di tale giunta c’è il leghista Attilio Fontana, già inquisito per lo scandalo della fornitura alla Regione di camici da parte della ditta di proprietà di suo cognato e di sua moglie, e per l’eredità di oltre cinque milioni di euro stranamente depositata su conti svizzeri. Fatto che di per sé avrebbe dovuto indurlo alle dimissioni, a cui nemmeno pensa.
Sono ormai centinaia le denunce e gli esposti presentati alla Magistratura dai parenti delle vittime, che addossano alla Regione e specificamente al presidente Fontana e all’assessore al welfare, Gallera, la responsabilità della strage avvenuta in Lombardia e in particolare nelle provincie di Bergamo e Brescia.
Ma i due, incollati alla poltrona, si ostinano a dire che in Lombardia tutto è andato al meglio possibile, offendendo così soprattutto le vittime della pandemia causate dalle loro scelte scellerate, ma anche chiunque osservi obiettivamente i fatti.
Il gruppo San Donato, tra l’altro, è stato coinvolto in passato in diversi scandali riguardanti i rimborsi pubblici, in cui è stato coinvolto anche il suo noto primario anestesista Zangrillo, capofila dei “riduzionisti”, secondo il quale già da maggio il rischio Covid sarebbe quasi sparito. Ma si sa, più della correttezza dei bilanci, contano i contatti politici.
Il gruppo San Donato è presieduto dall’ex ministro Angiolino Alfano e, nel mese di giugno, sono stati cooptati nel consiglio d’amministrazione l’ex presidente della Regione, Roberto Maroni e l’ex assessore alla sanità della stessa Angelo Capelli, premiati evidentemente per la riforma sanitaria che tanto denaro ha fatto scorrere nelle casse delle strutture sanitarie private.
Insomma, al gruppo San Donato non mancano gli agganci politici nel centro destra e nella destra al governo in Lombardia.
Tutto ciò mentre la regione Lombardia si appresta a finanziare con denaro pubblico il rinnovo del contratto della sanità privata, scaduto da tredici anni, garantendo ulteriori profitti a gruppi che ne realizzano già di altissimi.
Negli ultimi mesi si sono susseguite tantissime manifestazioni, petizioni, denunce e proteste contro il comportamento disgustoso, incompetente e clientelare della giunta lombarda, ma costoro non solo non se ne vogliono andare, ma insistono caparbiamente nella loro linea che, ormai è chiaro, mette a repentaglio la salute dei cittadini lombardi.
È quindi necessario riprendere con forza la parola d’ordine del commissariamento di tale giunta, come premessa alla revoca della legge 23/2015, che regge oggi la sanità lombarda e al rilancio dell’assistenza pubblica, territoriale, gratuita e preventiva.
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