Un attacco armato contro un gruppo di militanti del Frente Farabundo Martí para la Liberación Nacional (FMLN), di ritorno da una manifestazione nella zona di San Antonio Abad, si è verificato domenica 31 gennaio nel centro della capitale salvadoregna, causando due morti (Gloria Rogel del Cid e Juan de Dios Tejada) e tre feriti, attualmente in cura presso l’Ospedale Nazionale Rosales.
Secondo il racconto a El Faro di Ruth H – alla guida dl veicolo che è stato attaccato, e militante del FMLN fin dalla campagna elettorale di Héctor Silva, nel 1997 – nel pomeriggio di domenica 31 gennaio, dopo aver partecipato al lancio della campagna del candidato sindaco di San Salvador, Rogelio Canales, un gruppo di militanti del FMLN è salito su un piccolo camion bianco, davanti al monumento alla Costituzione, e si è diretto verso la sede del partito nota come 229, situata nel centro della capitale.
Il veicolo che stavano guidando era decorato con bandiere del partito e immagini del candidato. Intorno alle 18:30, il camion, con 20 sostenitori del FMLN a bordo, si è fermato in Avenida Norte 11 per attraversare Avenida Juan Pablo II, mentre il semaforo era rosso. Mentre aspettavano, una berlina blu si è fermata accanto a loro e ha cominciato a gettare acqua su di loro.
Quando il semaforo è scattato, l’autista del camion ha premuto sull’acceleratore per lasciarsi alle spalle l’auto blu, ma questa li ha seguiti fino ad intercettarli. “All’inizio abbiamo accostato per lasciarli passare, ci ha seguito per diversi isolati, ma l’uomo si è messo di nuovo sulla nostra strada”, ha raccontato Ruth. Tre uomini sono scesi dalla macchina, uno di loro ha preso la pistola e ha sparato direttamente allo striscione con la faccia del candidato, che copriva il lato sinistro del camioncino bianco.
“Abbiamo iniziato a gridare: ‘Non sparate, ci sono bambini, ci sono bambini’”, ha ricordato Ruth, con voce ritta dall'emozione. Ruth non sa bene quanto sia durato l’attacco, ma ricorda solo che dopo aver visto tanto sangue sono corsi all’ospedale Rosales, con uno dei feriti in gravissime condizioni.
La prima reazione del presidente Bukele è stata quella di insinuare che il partito di sinistra potrebbe aver organizzato l’attacco contro i propri attivisti per un calcolo elettorale. “Sembra che i partiti morenti abbiano messo in atto il loro ultimo piano. Che disperazione per non perdere i loro privilegi e la loro corruzione. Pensavo che non potessero cadere più in basso, ma l’hanno fatto”, ha twittato.
Poi ha aggiunto un altro messaggio: “È incredibile il poco valore che danno alla vita umana. Il bene più prezioso che abbiamo in questo mondo. Questo governo ha lottato per difendere la vita, ma sembra che ci sia chi vuole aggrapparsi al passato di morte. La nostra gente non vuole più soffrire”, ha concluso.
Il messaggio del Presidente non include né condoglianze per le famiglie delle persone uccise, né alcuna parola volta ad attenuare la crescente tensione in questo periodo di campagna elettorale in El Salvador.
In una conferenza stampa fuori dall’ospedale Rosales, il segretario generale del FMLN, Oscar Ortiz, ha confermato che le vittime erano disarmate e che la situazione è il risultato del clima di odio e fanatismo generato dal governo del presidente Bukele, configurando l’accaduto come un atto politico e terroristico contro il Paese e la democrazia.
I partiti politici salvadoregni sono in piena campagna elettorale in vista delle elezioni legislative e municipali che si terranno il 28 febbraio. I leader di quasi tutti i partiti – ad eccezione di Nuevas Ideas e Gana, che sostengono Bukele – hanno espresso le loro condoglianze e condannato il clima di tensione in cui si sta svolgendo la competizione elettorale.
Il FMLN, oggi all’opposizione dopo aver governato El Salvador dal 2009 al 2019, ha emesso un comunicato in cui denuncia e condanna l’assassinio dei suoi militanti, sostenendo che l’aggressione è il risultato della “sostenuta campagna d’odio della Presidenza e del presidente Bukele contro il nostro partito e i nostri militanti”.
Il procuratore generale Raul Melara ha confermato che tre persone sono state arrestate con l’accusa di essere ritenuti i responsabili dell’aggressione a colpi d’arma da fuoco.
Fonti dell’ufficio del procuratore hanno confermato che due degli arrestati sono agenti di polizia assegnati alla sicurezza del ministro della Salute Francisco Alabí e il terzo è un agente di sicurezza privata che ha anche lavorato per il Ministero della Salute.
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