In Lombardia, la campagna vaccinale va sempre peggio. Si procede con circa 10.000 dosi al giorno e ora si propone di dirottare i vaccini disponibili verso le provincie a maggior rischio, come quella di Brescia, tralasciando le persone che fanno parte della “fase 1 bis”, inventata di sana pianta da Fontana-Moratti-Bertolaso per giustificare i ritardi. Insomma, guerra tra poveri.
Peraltro, il gioco dei colori sta diventando davvero esasperante, la provincia di Brescia è in zona “arancione rafforzato”, un escamotage verbale per non dichiarare la “zona rossa” e lasciare aperta qualche attività commerciale in più. Insomma, storie di ordinaria vergogna e follia.
Ora, per accelerare i tempi di un piano vaccinale in realtà inesistente, con una sanità regionale esausta e al crollo, la giunta ha deciso di ricorrere, come al solito, alla “sussidiarietà” dei privati.
In pratica, gli ospedali privati saranno coinvolti nella somministrazione dei vaccini, naturalmente a pagamento. L’onnipresente gruppo San Donato (presieduto da Angelino Alfano e con Maroni consigliere d’amministrazione), ma anche Multimedica e l’Istituto Auxologico sono già pronti all’affare.
Infatti, si parla di un rimborso da parte della regione, cioè dei cittadini lombardi, di circa trenta euro a somministrazione, considerando le due dosi. Tutto ciò grazie all’incapacità delle strutture pubbliche, ormai distrutte dalle politiche della destra al potere, in Lombardia, da trent’anni.
Inoltre, per accelerare la campagna vaccinale, Letizia Moratti ha avuto un’altra idea geniale: somministrare solo una dose di vaccino senza data certa di richiamo, per vaccinare più persone possibili in tempi rapidi. Ciò garantirebbe, secondo Moratti, la possibilità di “continuare le normali attività”, vale a dire di produrre senza chiudere le fabbriche. In pratica, verrebbe così diffusa nella popolazione una falsa sensazione di “sicurezza”, che contribuirebbe enormemente alla diffusione del contagio.
Anche se è vero che alcuni articoli scientifici sostengono che una prima dose possa procurare una certa immunità, i protocolli approvati dall’Agenzia europea del farmaco e da quella italiana, anche sulla documentazione prodotta dalle case produttrici, indicano che almeno per i vaccini Pfitzer e Moderna è necessario effettuare il richiamo a tre settimane dalla prima somministrazione.
Resta quindi il ragionevole dubbio che seguendo il protocollo suggerito da Moratti si possa in realtà solo sprecare dosi di vaccino che non garantiranno un’effettiva copertura. È chiaro che l’obiettivo della giunta lombarda è quello di garantire il profitto delle imprese, non quello di tutelare la salute dei cittadini, mandati allo sbaraglio a lavorare in luoghi non controllati e su mezzi contaminati.
Il caos della sanità lombarda è totale, tra logica del profitto e della sussidiarietà, tra privatizzazioni e taglio delle strutture pubbliche.
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