Presentazione


Aggregatore d'analisi, opinioni, fatti e (non troppo di rado) musica.
Cerco

28/02/2021

Le porte girevoli di Marco Minniti

Marco Minniti si è appena dimesso da deputato per lavorare in Leonardo, l’azienda che produce armi e cybersecurity ed esporta per 5,17 miliardi di euro. Per la precisione, diventerà presidente della Fondazione Med-Or, il cui “campo di interesse” è già nel nome.

L’Egitto è il primo acquirente (commesse per 872 milioni di euro)  seguito da Turkmenistan (446 milioni di euro), Arabia Saudita, Turchia, Thailandia, Marocco, Israele, India, Nigeria e Pakistan.

È da sottolineare come questi passaggi dalle “imprese” a ruoli di governo e viceversa siano abituali ai vertici Usa, ma un po’ più rari in Italia.

Né sembra un aspetto secondario che Minniti sia stato prima sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega ai servizi segreti (con Enrico Letta) e poi ministro degli interni con Renzi. Ruoli che testimoniano una notevole “vicinanza” con il mondo militare e dello spionaggio, e dunque particolarmente “interessanti” per un’azienda controllata dallo Stato e che fa da perno del nostrano “complesso militare-industriale”.

Da ministro degli interni sposò la tesi salviniana dell'”invasione” e fu fautore principale dell’accordo italo-libico anti-immigrazione del febbraio 2017 che incluse un forte sviluppo delle guardie costiere libiche su cui si riversarono una valanga di investimenti.

Il memorandum Italia-Libia del 2017, ufficialmente “Memorandum d’intesa sulla cooperazione nel campo dello sviluppo, del contrasto all’immigrazione illegale, al traffico di esseri umani, al contrabbando e sul rafforzamento della sicurezza delle frontiere tra lo Stato della Libia e la Repubblica Italiana“, venne firmato dal presidente del Consiglio dei ministri italiano Paolo Gentiloni e dal primo ministro del Governo di Riconciliazione Nazionale libico Fayez al-Sarraj.

Uno scoop di Avvenire documentò un successivo incontro tra le autorità italiane e i libici per trovare un accordo sulle partenze dei migranti, al quale prese parte anche un noto trafficante di esseri umani, Abd al-Rahman al-Milad, conosciuto come Bija, entrato indisturbato nel Cara di Mineo, in Sicilia.

Quell’incontro avvenne l’11 maggio 2017.

Fonte

Nessun commento:

Posta un commento