L’Istat ha comunicato ieri che nel 2020 il surplus commerciale è stato pari a 63,5 miliardi (erano 56 miliardi nel 2019). Nuovo record storico, segno che viviamo ben al di sotto delle nostre possibilità.
A dicembre l’export registra un aumento anno su anno del 3,3%, mentre l’intero anno ha avuto una diminuzione del 9,7% (a inizio pandemia si pensava molto peggio).
I settori che sono andati male sono abbigliamento, pelletteria, macchinari e prodotti petroliferi. In crescita farmaceutica (3,7%) e alimentare (1,9%) nel 2020.
Il consiglio: sputate in faccia a chi dice che siamo spacciati e ci dobbiamo “sacrificare”. Un surplus di 120mila miliardi delle vecchie lire, quando si è distrutto in questi anni il 25% dell’apparato produttivo, è roba da informare Bankitalia, Governo, Confindustria, Ue. Tutti ciechi e sordi, mentre il popolo si ammazza di fatica.
Sputate in faccia a chi dice che siamo spacciati e ci dobbiamo “sacrificare” con la richiesta record per i nuovi titoli di Stato con scadenza a 10 e 30 anni, lanciati nella mattinata di ieri dal MEF.
Secondo quanto riportato dall’agenzia Radiocor, la domanda complessiva ha ampiamente superato i 130 miliardi di euro in mezza giornata, concentrandosi per oltre 110 miliardi sul Btp decennale e per circa 24 miliardi su quello a scadenza trentennale.
Il popolo si ammazza di fatica per il paese mentre gli aguzzini cercano di spolparlo e consegnarlo, a pezzetti, allo sciacallaggio.
P.s. Risultati del genere, in un anno segnato dai lockdown causati dal Covid, indicano che le industrie non hanno fermato un solo giorno la produzione. Anzi, sono probabilmente ricorse agli straordinari. Alla faccia del “rispetto della sicurezza”...
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