I coordinamenti nazionali delle categorie dell’Unione Sindacale di Base si sono riuniti sabato 13 febbraio 2021. Questa la nota approvata all’unanimità.
Il governo Draghi è indecente, costruito a tavolino per servire la finanza, ristrutturare il lavoro, obbedire alla BCE e all’Unione Europea, con dentro tanti fedelissimi travestiti da tecnici e il peggio della politica.
Preoccupa non poco la pattuglia di politici chiamati a sovrintendere al mondo del lavoro.
L’attribuzione del Mise al leghista Giorgetti fa intravedere una pessima sorte per gli oltre 140 tavoli di crisi in attesa di soluzioni che non arrivano da troppo tempo, a cominciare dalle sorti di Alitalia e di ArcelorMittal.
Il ritorno di Brunetta alla Funzione Pubblica rinfocolerà gli attacchi sguaiati e beceri ai lavoratori pubblici e rimetterà in moto quei provvedimenti da lui introdotti col governo Berlusconi e messi in soffitta da tutti i ministri che si sono poi succeduti a Palazzo Vidoni.
L’ingresso del vice segretario del PD Orlando al Ministero del Lavoro segnerà di fatto un connubio inscindibile con Cgil Cisl Uil e una stretta obbedienza in materia di salari, pensioni, reddito ai diktat dell’Unione Europea.
Il governo di “tutti sul carro del Recovery Fund” si prefigura per quello che si poteva già intuire dall’investitura di Draghi, un governo che scaricherà il peso del debito gigantesco sulle spalle delle masse popolari e dei lavoratori, che ristrutturerà ancora il mondo del lavoro in nome di una digitalizzazione e transizione ecologica che verranno declinate attraverso un enorme processo di trasformazione che chiuderà produzioni non competitive, espellerà centinaia di migliaia di lavoratori, riorganizzerà la pubblica amministrazione e utilizzerà la digitalizzazione per tagliare ulteriormente le funzioni sociali dello Stato, favorendo privatizzazioni e svendite di patrimonio collettivo e gioielli di famiglia.
Un governo che si prepara a lasciare ancora più indietro il Meridione, privilegiando il sistema delle imprese del Nord e favorendo ancora di più l’aumento delle disuguaglianze sociali e territoriali.
Ci auguriamo che tutti coloro che si sono fatti abbagliare dalle favole belle con cui l’intero mondo dei mass media ha beatificato in queste settimane l’ex presidente della BCE comprendano, leggendo con attenzione i nomi dei ministri, che non un mondo di fiabe abbiamo di fronte ma quello, ben più realistico, della guerra di classe.
L’USB è già in movimento per costruire le mobilitazioni per contrastare le scelte antipopolari che il governo Draghi si prepara a promuovere, sia sul piano delle singole categorie sia su quello più generale.
Ci sarà bisogno di una grande e duratura mobilitazione generale che metta in moto un vasto arco di settori sociali e politici per invertire la tendenza e questo è l’impegno che l’USB assume per i prossimi mesi.
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