Quando vado sui siti economici o leggo i giornali, vedo che parlano dei mercati e sono sempre molto tristi quando scendono o felicissimi se schizzano in su. Chi ha letto il mio libro sa che non li considero. Per me è asset inflation, l’altra faccia della deflazione salariale.
Ebbene nel 2020 con il Pil mondiale in caduta, le borse occidentali sono ai massimi. Però c’è qualcuno che non si lascia fregare. Come Guo Shuqing, a capo della commissione bancaria cinese, che ieri ha affermato che “i mercati finanziari sono scambiati a livelli elevati in Europa, Usa e altri paesi avanzati” (ilSole24Ore del 3 marzo). Come a dire: “noi, a perdere soldi in questo casinò, non ci pensiamo proprio”.
Veniamo all’economia reale, l’unica cosa che conta veramente. Nella prima pagina de ilSole24Ore di ieri si legge come l’indice Pmi manifatturiero sia “ai massimi da tre anni“. Come se la pandemia non ci fosse mai stata...
Trovo semplice conferma della mia tesi: il capitale industriale si sta prendendo in Italia il suo posto a danno del capitale commerciale, grazie alle scelte politiche sulla pandemia fatte da tutti i governi neoliberisti occidentali.
Tra la fine del 2019 e quella del 2020 la caduta è stata in Italia del 2,6% contro il 3,4% tedesco. Nei primi mesi del 2020 le imprese emiliane, venete, lmbarde, fino al centro Italia, hanno consistenti commesse, frutto soprattutto del boom della domanda cinese (asiatica in generale), che gli stessi imprenditori giudicano “inaspettata e sorprendente“.
Ma frutto di strategia di contrasto al Covid-19 praticamente opposta (nessuna “convivenza con il virus”, ma lockdown brevi, circoscritti, con screening dell’intera popolazione nella “zona rossa” e quarantena vera per i contagiati).
Addirittura gli industriali emiliani prevedono dopo il blocco dei licenziamenti nuove assunzioni. Tra il 2008 e il 2019, 80 mila imprese industriali sono uscite dal mercato, rimangono le più forti, al punto che – secondo Sergio de Nardis – negli ultimi dieci anni la loro produttività eguaglia quella tedesca.
Due mesi fa un manager di una multinazionale asiatica mi ha dichiarato che prevedeva un boom mondiale manifatturiero a partire dal secondo semestre di questo anno, data la fortissima liquidità.
A soffrire sono solo i “consumi sociali”, tipo il tessile moda per il lockdown dei negozi. Il capitale industriale va distruggendo quello commerciale e i consumi...
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