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27/03/2021

Rodolfo Walsh, un grande che non si faceva pubblicità


Rodolfo Walsh, nato in Argentina, era già uno scrittore conosciuto quando dopo la vittoria della rivoluzione si trasferisce a Cuba ed è proprio sull’isola che si rende protagonista di un episodio clamoroso: riesce infatti a decifrare uno strano messaggio in codice e scopre che gli USA stanno addestrando esiliati cubani in Guatemala per tentare l’invasione della Baia dei Porci.

Riesce così a sventare l’attacco di sorpresa.

Tre anni dopo torna in patria e si avvicina alla guerriglia dei Montoneros.

Quando il 24 marzo del 1976 i generali Videla, Agosti e Massera prendono il potere con un colpo di Stato, Walsh è già in clandestinità da quasi due anni.

Crea l’ANCLA (Agenzia di Notizie Clandestina) e si dedica a denunciare il terrorismo di Stato.

Il 29 settembre 1976 la figlia 26enne Vicki e altri quattro militanti dei Montoneros vengono sorpresi dall’esercito in una casa di Buenos Aires.

Un soldato poi racconterà: «Il combattimento è durato un’ora e mezza. Un uomo e una ragazza sparavano dall’alto; la ragazza richiamò la nostra attenzione perché ogni volta che sparavano una raffica e noi ci gettavamo in terra, lei rideva».

Ma è una battaglia senza speranza e Vicki si uccide per non cadere viva in mano ai torturatori.

Il 24 marzo 1977, primo anniversario del golpe, Rodolfo scrive “Lettera aperta alla Giunta Militare”, documento straordinario non solo per la circostanziata denuncia delle atrocità della dittatura, ma soprattutto perché il terrorismo di Stato viene chiaramente descritto come il presupposto necessario per imporre al Paese il neoliberismo più estremo.

Ma a seguito della confessione di un prigioniero torturato i militari sono sulle sue tracce, e il giorno dopo il 25 Marzo, mentre diffonde il suo documento, viene intercettato dal Gruppo Operativo 3 dell’ESMA, famigerato centro di tortura e sterminio della dittatura (di cui ho scritto in un precedente post).

Rodolfo Walsh riesce a estrarre una pistola e spara.

Sa di non avere speranze, ma non vuole farsi prendere vivo.

Una raffica di mitra lo ferisce gravemente, e all’ESMA arriva già morto.

Rodolfo aveva previsto che all’Argentina, per risollevarsi dalle macerie del fascismo e del neoliberismo, ammesso di abbandonare quella via politico-economica, ci sarebbero voluti dai venti ai trent’anni.

Previsione azzeccata.

La Giunta cadrà nel 1983, ma le politiche neoliberiste purtroppo proseguiranno.

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