Il Garante vuole rubare ai facchini della logistica il diritto di sciopero. USB: non ci legherà le mani né ci imbavaglierà.
La relazione 2021 al Parlamento della Commissione di “Garanzia” sullo sciopero circa l’andamento nel Paese della conflittualità sindacale, suona come il subdolo preannuncio di un intervento limitativo del diritto di sciopero.
Secondo la Commissione, nel settore della logistica, si rileva un incremento delle lotte che, in periodo di pandemia, andrebbe messo “sotto attenzione” per una possibile rilevanza ai sensi della legge 146/90, ossia quella che regolamenta – imbavagliandolo – lo sciopero nei servizi pubblici essenziali.
Questa legge, usando strumentalmente il fine di tutelare la vita, la salute, la libertà e la sicurezza della persona, dell’ambiente ecc., ha di fatto impedito ai lavoratori del trasporto pubblico, della sanità, dell’igiene ambientale di potersi efficacemente difendere con scioperi veri e non puramente simbolici.
Con la legge 146 del 1990, infatti, solo quote limitate di dipendenti possono aderire allo sciopero, questo va preannunciato con congruo anticipo e tra uno sciopero e l’altro devono intercorrere lunghi intervalli.
È un dato di fatto che durante il lockdown nessuno sciopero della logistica ha fermato gli approvvigionamenti di mascherine o di prodotti farmaceutici e medicali agli ospedali o alle case di cura.
È ugualmente un dato di fatto, rilevato anche dalla Commissione, che nelle filiere distributive dove c’è “...una frequente esternalizzazione delle attività ad alta intensità di manodopera...” i conflitti sono esplosi per ragioni che “...attengono a questioni contrattuali”.
Ossia si sciopera perché i padroni non rispettano le norme in un settore economico dove le ispezioni dell’INL rilevano un tasso di illegalità tra le coop (le “attività esternalizzate” di cui sopra) pari al 75%.
Il paradosso è che la Commissione vorrebbe colpire chi lotta per il rispetto della legge.
In Amazon ai corrieri non viene conteggiato come tempo di lavoro il ritiro dei furgoni da parcheggi lontani decine di km dai magazzini in cui devono caricare le merci; fanno male i drivers a scioperare per rivendicare tempo di vita e riconoscimento salariale?
USB ha dovuto ingaggiare lotte durissime in GLS, Leroy Merlin, DHL, Ceva, nelle filiere alimentari contro il lavoro nero, il furto di ferie, di TFR, di contributi previdenziali, per giusti inquadramenti professionali, che hanno fatto finire in galera interi consigli di amministrazione e hanno garantito diritti e dignità ai lavoratori e il recupero di milioni di euro di tasse fino ad allora evase.
Le subdole e insensate considerazioni della Commissione di “Garanzia” sullo sciopero sono figlie di questo clima politico, di una situazione nella quale i padroni, con l’appoggio di banchieri e burocrati della UE e del loro governo in Italia, vogliono rafforzare i meccanismi di sfruttamento e aumentare i profitti indebolendo la capacità di risposta dei lavoratori.
Vogliono colpire i facchini, perché rappresentano un settore sempre e generosamente pronto alla lotta.
I nostri scioperi garantiscono, dignità, legalità, recupero dell’evasione fiscale, rappresentano quel sentimento di civiltà che permea la Costituzione italiana.
Ci vogliono in silenzio, ci avranno rumorosi; ci vogliono immobili, ci avranno incazzati.
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