In occasione del sesto invio di armamenti italiani a Kiev per la guerra contro la Russia, il governo ha nuovamente secretato le informazioni sul tipo di armi inviate. Le informazioni relative saranno comunicate solo al Copasir (il comitato parlamentare sulla sicurezza).
Ma se il Governo italiano ha posto il segreto di Stato sulle nuove armi che verranno inviate in Ucraina, le informazioni sensibili – negate alla popolazione italiana – sono trapelate, invece, tramite l’ambasciatore francese a Kiev Etienne de Ponsin. È il sistema antiaereo SAMP-T che il governo Meloni ha fornito all'Ucraina. Si tratta di un sistema antiaereo di elevata sofisticazione, in cui ogni singola batteria costa circa 800 milioni di euro ed è prodotto congiuntamente dalla francese MBDA e dall’italiana Thales Leonardo.
“Tutti all’interno e al di fuori di quest’aula – ha detto Crosetto al Senato – siamo per la pace e ripudiamo la guerra come strumento di offesa, tutti nessuno escluso”, ma “non voglio nascondere al Parlamento che quello che abbiamo fatto e stiamo facendo, pur non comportando oneri diretti e immediati nel lungo periodo, potrebbe incidere sulle nostre capacità”. Un sistema d’arma da 800 milioni di euro non sono certo caramelle.
Mentre i segreti del governo vengono così facilmente svelati, in Parlamento si è ripetuta la vergognosa convergenza guerrafondaia tra la maggioranza di destra, PD e clan Calenda/Renzi.
Sia alla Camera che al Senato il PD e il Quarto polo hanno appoggiato le risoluzioni della maggioranza. Gli unici a votare contro l’invio di armi sono stati il M5S e Verdi/Sinistra italiana. Il Parlamento ha dato così il via libera alla proroga, anche per il 2023, all’invio di armi in Ucraina.
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