Il presidente francese Macron è in visita di stato negli Usa e non ha perso l’occasione per sottolineare le divergenze di interessi tra Europa e Stati Uniti. In un discorso alla comunità francese tenutosi all’ambasciata a Washington, Macron ha esortato a “cercare insieme di essere all’altezza di ciò che la storia ha suggellato tra noi, un’alleanza più forte di qualsiasi cosa”.
Ma il presidente francese ha anche messo in guardia dal “rischio” che “l’Europa e la Francia diventino una sorta di variabile di aggiustamento” nella rivalità tra Stati Uniti e Cina, le due principali potenze mondiali. Il rischio, ha detto, “è che, di fronte alle sfide del tempo, gli Stati Uniti guardino prima agli Usa, il che è normale, e poi guardino alla rivalità con la Cina e, in un certo senso, che l’Europa e la Francia diventino una sorta di variabile“.
Macron ha inteso denunciare come il programma di investimenti e sussidi degli Stati Uniti per aiutare le proprie aziende, rischia di “frammentare l’Occidente” e ha affermato di aver “detto con grande franchezza, con amicizia che quello che è successo negli ultimi mesi è una sfida per noi: le scelte fatte, di cui condivido gli obiettivi, in particolare l’Ira (Inflation Reduction Act, un programma di riforme e investimenti ambientali e sociali per le aziende americane) sono scelte che frammenteranno l’Occidente“.
Riferendosi agli incentivi varati dalla Casa Bianca a beneficio dei soli costruttori di auto Usa e di altre politiche di stimolo all’industria statunitense, giustificate con l’esigenza di contrastare il cambiamento climatico, Macron ha parlato di “misure super aggressive per i nostri imprenditori”.
Il presidente francese ha sottolineato come gli incentivi alla manifattura e alla tecnologia Usa sono avvertiti come un problema anche da altri Paesi dell’Unione europea: i sussidi alle aziende Statunitensi “potranno forse risolvere i vostri problemi, ma aggravano i miei”, ha affermato il capo dello Stato francese, paventando la perdita di posti di lavoro in Europa.
Colpisce il fatto che la medesima franchezza Macron avrebbe dovuto esprimerla anche sui danni all’economia europea – e ai vantaggi su quella statunitense – che derivano dalle sanzioni imposte alla Russia. Ma questa dovuta sottolineatura non è stata rilevata.
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