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04/04/2023

I crescenti dubbi negli Usa sul senso della guerra in Ucraina

Da giorni, dubbi sempre più consistenti sull’impegno militare statunitense nella guerra in Ucraina si vanno affacciando anche sul giornale che fino a ieri è stato tra i più solerti sostenitori della linea bellicista.

Il “New York Times”, in una ampia analisi passa in rassegna i preparativi e le difficoltà incontrate dall’Ucraina, dopo mesi di estenuanti scontri di logoramento con le forze russe. Battaglie come quella di Bakhmut, che proseguono da mesi con perdite elevatissime su entrambi i fronti, sono costate all’Ucraina migliaia di militari esperti e ingenti risorse.

Inoltre occorre segnalare che proprio sulla situazione a Bahkmut, il think tank statunitense Isw (Insitute for the study of the war) riferisce che le forze russe, in questa caso la compagnia Wagner, dopo aver preso il palazzo dell’amministrazione comunale la notte del 2 aprile, hanno pubblicato nuove immagini riprese da un drone che mostrano le milizie di Yevgeny Prigozhin mentre issano le bandiere russe sulle macerie dell’edificio amministrativo distrutto.

Grazie alle nuove armi fornite dai Paesi occidentali – primi tra tutti moderni carri armati e sistemi missilistici – e alla costituzione di unità d’assalto ben equipaggiate, addestrate e motivate, incluso il ricostituito battaglione Azov, Kiev sarebbe quasi pronta a tentare una decisiva campagna offensiva. Secondo fonti militari statunitensi citate dal New York Times, tale offensiva segnerà una svolta cruciale nel conflitto.

L’offensiva primaverile delle forze armate ucraine nei territori occupati dalla Russia, che potrebbe scattare nelle prossime settimane potrebbe però rappresentare un “tentativo estremo” e, in caso di fallimento potrebbe portare a una riconsiderazione delle forme di aiuto occidentali.

L’Ucraina getterà nella mischia unità corazzate dotate di mezzi moderni, come i carri armati Leopard 2 e i veicoli corazzati per la fanteria Bradley, Marder e Stryker. La Russia, però, si sta preparando da mesi a difendere i territori occupati, e “il successo non è assicurato”. Secondo Cliff Kupchan, presidente della società di analisi del rischio Eurasia Group con sede a Washington, “agli occhi delle elite occidentali (…) l’Ucraina deve dimostrare significative conquiste territoriali nell’imminente offensiva”: un obiettivo arduo, da cui Washington spera di ricavare un indebolimento permanente della Russia sul piano militare e su quello negoziale.

Gia ieri però, una inchiesta del New York Times sui volontari Usa arruolatisi a fianco di Kiev, era andata giù pesante titolando: “I volontari statunitensi in Ucraina che mentono, sprecano e litigano”.

Nell’inchiesta curata da Justin Scheck e Thomas Gibbons-Neff , viene documentata come “dopo un anno di combattimenti, molti di questi gruppi di volontari statunitensi stanno combattendo contro se stessi e minando lo sforzo bellico. Alcuni hanno sprecato denaro o rubato valori. Altri si sono ammantati di beneficenza mentre cercavano di trarre profitto dalla guerra”.

In entrambi gli articoli, quella avanzata dal New York Times è una disamina non certo lusinghiera sia delle prospettive dello sforzo bellico in Ucraina sia sui volontari Usa arruolatisi nella Legione internazionale o in altri reparti militari di Kiev.

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