Israele continua impunemente a bombardare i paesi vicini con il pretesto della sicurezza, un fattore che i governi occidentali continuano a ritenere come esclusivo monopolio di Tel Aviv.
È salito a 14 morti e 43 feriti il bilancio degli attacchi israeliani nella provincia di Hama, nella Siria centrale: lo riporta l’agenzia di stampa siriana Sana. “Il numero dei martiri a seguito dell’aggressione israeliana su diversi siti nelle vicinanze di Mesyaf è salito a 14 e il numero dei feriti a 43”, ha dichiarato il direttore dell’ospedale della regione citato da Sana.
Intanto cresce il rischio di una escalation bellica israeliana anche verso e contro il Libano.
Il deputato del Likud Nissim Vaturi, membro della Commissione per gli Affari Esteri e la Difesa della Knesset, afferma che è “questione di giorni” prima che scoppi una guerra totale tra Israele e Libano.
Benny Gantz, ex membro del gabinetto di guerra di Netanyahu, parlando ad un evento negli Stati Uniti, ha affermato che Israele dovrebbe spostare la sua attenzione su Hezbollah e il confine libanese, avvertendo che il Paese “è già in ritardo su questo”. “Abbiamo abbastanza forze per occuparci di Gaza e dovremmo concentrarci su ciò che sta accadendo a nord”, ha affermato Gantz. “A Gaza, abbiamo superato un punto decisivo della campagna”, ha detto. “Possiamo fare tutto ciò che vogliamo a Gaza. Dovremmo cercare di raggiungere un accordo per liberare i nostri ostaggi, ma se non ci riusciremo nel prossimo futuro, tra qualche giorno o qualche settimana, o qualunque cosa sia, dovremmo andare a nord”, ha aggiunto. “Siamo in grado di colpire lo stato del Libano se necessario”.
Anche Netanyahu, nella riunione del gabinetto di sicurezza di ieri, ha detto di avere chiesto all’esercito di prepararsi a intervenire in Libano.
Le autorità israeliane hanno intanto reso noto che tutti i valichi di frontiera con la Giordania sono stati chiusi fino a nuovo avviso in seguito all’attentato di ieri mattina costato la vita a tre agenti aeroportuali israeliani. Un camionista giordano ha aperto il fuoco contro il personale israeliano al posto di confine. Oltre alla chiusura del valico di Allenby, le forze armate israeliane hanno chiuso anche il valico di Rabin, vicino a Eilat, e il valico sul fiume Giordano, vicino a Beit Sheaan.
In Israele la polizia ha sgomberato un gruppo di manifestanti che chiedevano un accordo per liberare gli ostaggi da un parco di Gerusalemme affermando che si sono accampati illegalmente nel Parco dell’Indipendenza durante la notte.
“La polizia ci ha sfrattato con la forza”, dice a Ynet Shay Dickmann, il cugino dell’ostaggio giustiziato Carmel Gat. “Non c’è motivo di usare la forza contro 10 persone in piedi con cartelli. Questa è la reazione che abbiamo avuto”.
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