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08/05/2025

Il Mar Rosso è letale per i jet militari statunitensi

Prima uno, poi un altro e poi un altro ancora. La missione navale militare statunitense davanti alle coste yemenite si sta rivelando più rognosa di quanto previsto dal Pentagono e di quanto riferito dalla maggioranza dei mass media occidentali.

Un altro caccia F/A-18 Super Hornet della portaerei USS Harry S. Truman è infatti precipitato nel Mar Rosso ed è il secondo ad andare perduto in poco più di una settimana. È bene ricordare che un singolo F/A-18 ha un costo di più di 60 milioni di dollari

Secondo quanto riporta la CNN, non è ancora del tutto chiaro cosa sia successo, né se l’incidente sia collegato a un missile sparato dagli Houthi contro la portaerei. Curiosamente l’episodio è avvenuto quasi in coincidenza con l’annuncio di Trump di un accordo con gli Houthi perché cessassero gli attacchi sulle rotte marittime. Un accordo che il movimento yemenita Ansarallah ha però spiegato in termini assai diversi da quelli annunciati pomposamente da Trump.

Ma veniamo all’ultimo “incidente” ai jet da combattimento statunitensi imbarcati sulla portaerei Truman in missione nel Mar Rosso.

Secondo alcune fonti, questo ultimo episodio si sarebbe verificato per un errore mentre il caccia stava tentando di atterrare sulla portaerei e sia il pilota che l’ufficiale addetto ai sistemi d’arma sono riusciti a lanciarsi per essere poi recuperati da un elicottero di soccorso con lievi ferite.

Appena una settimana fa un altro F/A-18 della stessa Truman era caduto in mare dopo che la portaerei aveva compiuto una brusca virata proprio per eludere il fuoco degli Houthi.

Ma la catena di incidenti ad aerei e navi militari USA nel Mar Rosso è ancora più lunga. A dicembre infatti, un altro F/A-18 che stava operando dalla Truman era stato “accecato per errore” da un’altra nave americana, la Gettysburg, e si era schiantato. Entrambi i piloti si erano salvati.

A febbraio, invece la portaerei Truman era rimasta coinvolta nella collisione con una nave mercantile vicino all’Egitto, nel Mar Mediterraneo. A seguito dell’incidente l’allora comandante della Truman, Dave Snowden, è stato sollevato dall’incarico e sostituito.

Relativamente all’accordo annunciato da Trump, il movimento yemenita Ansarallah, ne ha precisato i termini promettendo una risposta “lampo” contro gli attacchi israeliani condotti martedì in Yemen e di voler continuare a bersagliare il territorio di Israele in solidarietà con i palestinesi.

“Gli americani si sono impegnati a sostenere il nemico israeliano e noi abbiamo risposto”, ha dichiarato martedì il portavoce di Ansarallah Mohammed Abdul Salam, in un’intervista all’emittente locale al-Masirah TV. “Abbiamo ricevuto richieste dall’America tramite il Sultanato dell’Oman. Ciò che è cambiato è stata la posizione americana, ma la nostra rimane invariata”.

Il portavoce di Ansarallah ha anche aggiunto che “L’aggressione israeliana dimostra al nostro popolo la correttezza delle sue azioni e della sua jihad (...). La nostra risposta, se Dio vuole, sarà devastante e dolorosa, e andrà oltre le capacità dei nemici israeliani e americani. (...) L’aggressore si renderà conto che il prezzo da pagare è alto e nessuna aggressione ci distoglierà dalla nostra giusta decisione di sostenere i nostri fratelli in Palestina finché l’aggressione non cesserà e l’assedio di Gaza non sarà revocato”.

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