Appare sulla piattaforma Netflix l’adattamento di uno dei grandi capolavori del fumetto novecentesco: L’Eternauta. La saga fu inizialmente sceneggiata dall’autore argentino Héctor Oesterheld e disegnata da Francisco Solano Lopez (1959), per poi essere riscritta da Oesterheld e illustrata da Alberto Breccia (1969), artista col quale collaborerà anche per una straordinaria biografia a fumetti sulla figura di Che Guevara (Che: Una vita in rivolta).
Nella seconda edizione del fumetto i riferimenti politici si fanno più espliciti e antimperialisti, l’opera tratta infatti di una grande invasione aliena che sconvolge l’Argentina e il continente latino-americano, prefigurando il piano condor statunitense che porterà alle dittature fasciste sostenute dagli Usa in sette paesi dell’America Latina. Lo stesso autore sarà un desaparecido, ucciso insieme a tutta la sua famiglia dopo il colpo di stato di Videla nel 1976, lo scrittore e sua figlia erano infatti entrati a far parte dei Montoneros (gruppo armato legato al peronismo di sinistra che si oppose alla dittatura).
Venendo alla serie, va detto subito che essa è ambientata nel nostro presente, a Buenos Aires, questa scelta, vincente, pone l’opera in diretta relazione alle dinamiche dell’attualità. Quattro amici, ormai prossimi alla pensione, si trovano ogni venerdì a casa di uno loro, uno strampalato ingegnerie survivalista e accumulatore seriale, per giocare a Truco (il più diffuso e tradizionale gioco di carte argentino), e come nella sceneggiatura originale, si trovano bloccati da una neve tossica che uccide chiunque vi entri in contatto.
Le iniziali reazioni dei protagonisti sono tutte di carattere individuale, il protagonista stesso Juan Salvo, colui che poi scopriremo essere l’eternauta, abbandonerà gli amici per mettersi alla ricerca della figlia e della ex moglie. Va detto anche che il protagonista è un reduce della guerra delle Malvine (o Falkland) e soffre di un disturbo post-traumatico da stress, richiamando un conflitto chiave nella storia dell’Argentina che contribuì al crollo della dittatura di Videla e rafforzò, allo stesso tempo, il governo della Thatcher.
Il clima che si viene a creare di fronte a questa situazione di crisi, che caratterizza la prima metà della serie, è quello della diffidenza e dell’ostilità reciproca, che si rivelerà ben presto controproducente. L’atomizzazione sociale che anima i protagonisti è il riflesso di una società che ci vuole soli e in competizione gli uni con gli altri. Come postulava la Lady di Ferro: la società non esiste esistono solo gli individui; ogni problema di carattere collettivo ha come unica risposta il tentativo di trovare una soluzione individuale.
Esemplificativo, in tal senso, è il ruolo di Omar il nipote di uno dei quattro amici e presente con loro alla partita di carte, egli si era trasferito negli Stati Uniti dopo la grossa crisi argentina del 2001. Quest’ultimo è infatti disilluso rispetto ad ogni solidarietà e ha un atteggiamento sprezzante nei confronti del cacerolazo che si crea in una delle prime scene della serie, accusando il popolo argentino di porre in atto proteste inutili da vent’anni. Inoltre, uno dei componenti del gruppo iniziale confessa al protagonista il suo inconscio sollievo per la morte di uno degli amici a cui doveva una grossa somma di denaro.
Nelle prime puntate vediamo plasticamente esposto il tentativo di ognuno dei personaggi di cercare una via di fuga individuale che a suon di fallimenti getta lo spettatore stesso in un iniziale sconforto. A poco a poco emergono però alcuni gruppi di sopravvissuti che vediamo organizzarsi sulla base di esigenze collettive.
A partire dal gruppo dei cittadini e dei lavoratori (ognuno di essi è infatti una figura chiave della vita del barrio: panettiere, fabbro ecc.) che ricostruiscono un comitato di quartiere e iniziano a requisire provviste e armamenti, con un chiaro richiamo alla solidarietà che si era creata dopo la crisi argentina del 2001 e che aveva portato ad un forte movimento verso l’occupazione delle fabbriche e la creazione di cooperative autogestite dai lavoratori e dalle lavoratrici.
L’altro esempio è invece legato alla resistenza che si organizza in una chiesa intorno alla figura di alcuni boy scouts e di una suora che impongono il rifiuto di ogni violenza interna tra i membri del gruppo, salvando il protagonista. Questo elemento solidaristico del cattolicesimo di base, presente nella cultura della sinistra argentina, assieme alla solidarietà degli abitanti e dei lavoratori del quartiere, costituisce il controcanto all’individualismo iniziale dei protagonisti ed è la chiave di volta per leggere l’intera vicenda.
La serie ha l’indubbio merito di rimanere fedele al mandato di Oesterheld che nella prefazione al fumetto aveva posto l’accento sul ruolo dell’eroe collettivo come il soggetto della sua opera e sull’idea che nessuno si salvi da solo di fronte alle crisi, alle guerre e al fascismo.
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