I dazi non fermano la crescita dell’automotive cinese di qualità in Europa. Il gruppo automobilistico cinese Chery (che commercializza i marchi Omoda e Jaecoo) punta ad affermarsi con forza sul mercato europeo e sarebbe vicino a chiudere un accordo con la tedesca Volkswagen per iniziare la produzione di veicoli in una delle fabbriche tedesche in via di chiusura a causa della crisi dell’industria automobilistica tedesca.
La fabbrica dovrebbe assemblare i modelli del nuovo marchio Lepas, appena lanciato dalla Chery per una offerta di automobili più adatta ai gusti europei. La Lepas produce modelli SUV derivati dalla gamma Tiggo di Chery, ma modificati e adattati per il mercato europeo. I primi tre modelli – due SUV compatti e uno di taglia media – arriveranno nel 2026 e saranno disponibili con motorizzazioni elettriche, ibride plug-in e termiche.
Il vicepresidente di Chery International, Charlie Zhang, ha confermato ad Automotive News Europe che sono in corso discussioni per avviare la produzione in Germania, senza però nominare direttamente Volkswagen. Le trattative sarebbero focalizzate su due ex stabilimenti dello storico gruppo tedesco in fase di dismissione, quelli di Dresda e Osnabrück.
Questa operazione permetterebbe a Chery di ridurre l’impatto dei dazi imposti dall’Unione Europea sulle importazioni di veicoli elettrici dalla Cina. Del resto la Volkswagen – che prevede migliaia di licenziamenti – potrebbe così placare le proteste sindacali evitando la dismissione totale di alcuni dei propri siti produttivi.
Ma quello in Germania non è l’unico investimento della cinese Chery in Europa. Infatti ha già avviato la produzione attraverso una joint venture con Ebro, nello storico stabilimento ex-Nissan di Barcellona. Attualmente la fabbrica assembla la Ebro S700, versione PHEV della Tiggo 7. Le carrozzerie verniciate e gli interni completi arrivano dalla Cina, mentre in Spagna vengono installati assali, sospensioni, motore e ruote. Inoltre, l’obiettivo è superare il 50% di componentistica non cinese, importando ad esempio le batterie da altri Paesi, così da rispettare i requisiti europei ed evitare i dazi.
Lo scenario spagnolo è emblematico della diversa lungimiranza delle classi dirigenti nei paesi europei. Mentre il governo Meloni si è affrettato tafazzianamente a congelare il Memorandum di Intesa tra Italia e Cina sottoscritto nel 2019 dal governo Conte, il premier spagnolo Sanchez è recentemente volato a Pechino, piuttosto che a Washington, per rafforzare le relazioni economiche.
La Chery intende infatti portare la propria presenza nella rete europea dagli attuali 7 paesi a 19 entro la fine di quest’anno, proiettandosi anche in mercati chiave come Francia e Germania, dove punta ad aprire un centinaio di concessionarie entro dicembre. Al momento non risultano notizie dall’Italia anche se sembrano essere stati avviati contatti in tal senso.
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