Sorprendere. Anche nel partito di governo, che questa domenica, 26 ottobre, ha ottenuto una vittoria indiscussa, che riconvalida il corso dell’aggiustamento strutturale dell’economia e della motosega, la sorpresa ha prevalso. Nessuno si aspettava che La Libertad Avanza (Lla) vincesse con la forza che ha avuto. Ha vinto in 14 province, tra cui la più popolosa. Ha ottenuto il 40,73% dei voti a livello nazionale, battendo il peronismo di quasi 10 punti. Il risultato lascerà molto da analizzare.
Cosa è successo nel territorio di Buenos Aires dove poco più di 40 giorni il Mileismo aveva perso di 14 punti? Perché un presidente che dice che odiare lo Stato ha vinto di nuovo in diverse province del Nord? Le risposte a queste domande richiederanno tempo.
Per iniziare a scorrere i numeri, bisogna guardare al territorio di Buenos Aires, dove vive quasi il 38% dell’elettorato. Alla chiusura di questa nota, Diego Santilli (della LLA, il partito di Milei, ndr) ha ottenuto il 41,51% dei voti. È stato seguito da Jorge Taiana che gli mordeva i talloni con il 40.85. Quando il 96% dei seggi elettorali era stato scrutinato.
Nel peronismo erano fiduciosi che in quei restanti quattro punti c’era di più per Fuerza Patria che per LLA e che alla fine del conteggio l’ex ministro degli esteri sarebbe stato primo. Può succedere, ma non cambierà l’impatto politico della giornata. Milei ha ribaltato un’elezione di 14 punti in 40 giorni. Nel bunker peronista circolavano i verbali dei tavoli in cui il peronismo aveva vinto il 7 settembre e ora LLA. Lo stesso tavolo con un livello di partecipazione simile. Sorpresa e tante incognite.
Nella provincia di Córdoba, il secondo distretto con quasi il 9% dei voti, il Mileismo si aspettava una buona elezione, ma non ha vinto con il 42% dei voti con la candidatura di Gonzalo Roca a deputato nazionale. Il peronismo provinciale si è diviso in tre, con la candidatura di Juan Schiaretti, che ottenne il 28,8%, Natalia de la Sota, che ottenne l’8,75%; e Pablo Carro (Fuerza Patria) che ha ottenuto 5,08.
Questi filoni peronisti, è noto, hanno più che semplici differenze sulle lotte di potere. Ci sono concezioni molto diverse anche rispetto al governo di Milei. Se i tre fossero stati sommati, avrebbero battuto LLA. È un esempio del percorso che l’opposizione dovrà percorrere se vuole tornare ad essere competitiva.
Il risultato di Schiaretti è un esempio di quello che è successo con i governatori che hanno messo insieme il fronte delle Province Unite qualche mese fa. Tutti hanno perso nei loro distretti. L’eccezione fu Gustavo Valdés a Corrientes. È un altro esempio, se ce ne fosse bisogno, che il famoso viale nel mezzo della politica argentina è un salto nel vuoto.
Infatti, a Santa Fe, con il 7,96% del registro, il governatore Maximiliano Pullaro, una delle figure delle Province Unite, ha avuto una fortissima sconfitta. La sua vice governatrice Gisela Scaglia ha ottenuto il 18,8% dei voti per i deputati nazionali. Il vincitore è stato Agustín Pellegrini (LLA) con il 40% e al secondo posto Caren Tepp, Fuerza Patria, con il 28,9%.
L’ultimo dei quattro distretti più popolosi è la Capitale Federale, con il 7,1% del registro. Il ministro della Sicurezza, Patricia Bullrich, ha ottenuto il 50% dei voti per la carica di senatore nazionale. A lei segue Mariano Recalde, che gli rinnoverà il seggio, con il 30,6 per cento. Non è una cattiva scelta per il peronismo, ma nel quadro del risultato generale la piccola gioia di Buenos Aires svanisce.
Nella categoria dei deputati nazionali, Alejandro Fargosi (LLA) ha ottenuto meno punti con Bullrich, con il 47,3% e lo stesso è accaduto con Itai Hagman (FP) che ha ottenuto 26,9. Il risultato di Hagman si spiega in parte con un taglio delle schede a favore della candidata della FITU Myriam Bregman, che ha fatto una grande elezione avvicinandosi a quasi il 10% dei voti. Ha ottenuto quasi il doppio del suo compagno di corsa Christian Castillo, che ha gareggiato per la carica di senatore nazionale e ha raccolto poco più del 5 per cento.
Nel resto del Paese c’erano dati salienti. Nel Chaco, che eleggeva i senatori nazionali, l’elezione è stata quasi un pareggio tecnico. Alla fine di questa nota, Juan Cruz Godoy, candidato dell’alleanza tra LLA e il governatore radicale Leandro Zdero, ha ottenuto il 45,94% dei voti, mentre Jorge Capitanich (FP) ha ottenuto il 45,12%. Il 3,5% dei tavoli doveva essere contato, quindi la fine era ancora aperta. Non è un fatto secondario perché se il risultato fosse invertito, il peronismo prenderebbe due senatori invece di uno.
A Río c’era una situazione simile, ma al contrario. Per la Camera alta, Martín Soria (FP) ha vinto con un risultato risicato. Ha battuto la libertaria Lorena Villaverde, accusata di traffico di droga, del 30,63% contro il 30,24. Nella categoria dei deputati nazionali, invece, Aníbal Tortoriello (LLA) ha ottenuto il 34,2 e Adriana Serquis (FP) il 29,1. La forza del governatore Alberto Weretilneck è arrivata terza in entrambe le categorie. Subì la stessa sorte degli altri fronti provinciali ad eccezione del Fronte Civico di Santiago del Estero, guidato dal governatore Gerardo Zamora, che vinse in tutte le categorie, compresa quella di governatore.
Al nord, il Mileismo ha prevalso a Jujuy e Salta, che hanno rinnovato senatori – come il Chaco – e hanno vinto anche a La Rioja e Misiones, dove hanno sconfitto il fronte provinciale.
Il giorno delle elezioni lascia una scia di segnali politici. La prima è che Milei ha spazzato via tutte le altre espressioni dell’antiperonismo. La PRO era totalmente assorbita e il radicalismo era ancora una volta sull’orlo dell’estinzione. Un’altra chiave, all’interno del governo interno, è che Karina Milei, fino ad ora indicata come la marescialla di tutte le sconfitte nelle elezioni locali di quest’anno, è risorta dalle ceneri. È stata una delle grandi vincitrici della strategia scelta per le elezioni nazionali. L’altro punto centrale è il peronismo. Non è stato in grado di ricostruire il suo rapporto con la società dopo la sconfitta del 2023.
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