Dalla lettera di Mario Cardinali, direttore ed editore del Vernacoliere, che annuncia la sospensione delle pubblicazioni. Courtesy by Piero Santonastaso.
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“E allora toh, vi aggiungo un altro buon motivo, per la fermata del Vernacoliere: c’è anche la crisi sempre più profonda della carta, a dettar la nuova legge dell’editoria. Quella dei giornali, soprattutto. Che quasi più nessuno legge, surclassati come sono dai social, coi telefonini a dettar legge ovunque, nuovi totem dell’indottrinamento in massa. E la pubblicità a pagare il tutto, ché tanto poi a pagare veramente è il solito Pantalone quando compra.
E anche per il Vernacoliere i costi ormai son arrivati a superar gli incassi. Con le edicole che continuano a chiudere a migliaia in tutta Italia, e quelle che ancora resistono si son ridotte a rivendite di gadget e giocattolini vari, e pare le vogliano perfino adibire a uffici postali e ricevitorie d’ogni tipo, un po’ come le tabaccherie. Non esclusa l’idea di piazzarci un confessionale, a confessar la colpa di voler leggere ancora. Che poi leggere è una parola grossa.
Coi quotidiani ormai ridotti a raccoglier la bava dei tanti laudatores a richiesta, con tanto giornalismo di leccaculi d’ogni tipo – e i culi più leccati son quelli di governo, non importa il colore, conta il finanziamento – da leggere ci sono più che altro i bollettini di Stato o di Partito o di Enti e Associazioni del gran gioco del potere.
Oddìo, magari ti mettono al corrente delle decisioni dei Palazzi, con quei bollettini gabellati come giornalismo, ma è anche lì come con la pubblicità per il commercio, che sempre commercio di cervelli è”.
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