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28/10/2025

Israele riprende i bombardamenti su Gaza ma accusa Hamas. La tregua è una sanguinosa farsa

Scontri a fuoco si sono verificati oggi a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, fra militanti di Hamas e soldati dell’Idf.

Il quotidiano israeliano Hayom ha riferito che l’esercito di Tel Aviv ha iniziato la sua offensiva sulla Striscia di Gaza, in una nuova violazione dell’accordo di cessate il fuoco sostenuto dagli Stati Uniti.

Secondo il sito americano Axios, relativamente alle accuse di Israele secondo cui Hamas ha violato la tregua, un funzionario degli Stati Uniti ha detto che Washington non vede una violazione dell’accordo da parte di Hamas che giustifichi una risposta. Il funzionario statunitense ha esortato Israele a non intraprendere azioni radicali che potrebbero portare al collasso dell’accordo di cessate il fuoco.

Benyamin Netanyahu ha dato l’ordine di effettuare raid immediati sulla Striscia di Gaza. Lo ha annunciato l’ufficio del primo ministro israeliano. “A seguito di consultazioni sulla sicurezza, il Primo Ministro Netanyahu ha ordinato all’esercito di effettuare immediatamente potenti attacchi nella Striscia di Gaza”.

Israele accusa Hamas di aver violato il cessate il fuoco mediato dagli Stati Uniti, ma i media israeliani riferiscono che il primo ministro Benjamin Netanyahu ha deciso di “espandere il territorio sotto il controllo dell’IDF nella Striscia di Gaza dopo le ripetute violazioni dell’accordo di cessate il fuoco da parte di Hamas”.

Il corrispondente di Al-Jazeera ha riferito che gli aerei da guerra israeliani hanno rinnovato i loro raid sulle aree a ovest di Gaza City, in concomitanza con un altro raid sul quartiere di Al-Zaytoun a est della città. Un drone israeliano ha preso di mira le vicinanze del complesso medico Shifa a Gaza City con diversi missili.

Dall’inizio della tregua a Gaza, diciotto giorni fa, le truppe israeliane hanno già ucciso 97 palestinesi. Solo da domenica a oggi altri otto. Nello stesso periodo sono stati uccisi due soldati israeliani.

Hamas ha intanto rinviato la consegna del corpo di uno degli ostaggi, che era prevista in serata, dopo quelle che ha definito “violazioni” israeliane del cessate il fuoco mediato dagli Stati Uniti. “Rinvieremo la consegna prevista per oggi a causa delle violazioni dell’occupazione”, hanno dichiarato le Brigate Ezzedine Al-Qassam in una nota, aggiungendo che qualsiasi “escalation israeliana ostacolerà la ricerca e il recupero dei corpi”.

L’annuncio di Hamas è arrivato pochi minuti dopo che Benjamin Netanyahu ha ordinato intensi attacchi sulla Striscia.

Il membro dell’ufficio politico di Hamas, Suhail al-Hindi, ha detto ad Al Jazeera che Hamas, la resistenza e le fazioni sono fedelmente impegnate nell’accordo. “Finora, abbiamo consegnato 16 corpi dei prigionieri israeliani. Abbiamo affrontato grandi difficoltà durante il recupero dei corpi dei prigionieri e stiamo ancora chiedendo attrezzature pesanti per recuperare il resto. Il nemico deve capire che siamo impegnati nell’accordo e deve smettere di accusarci di violarlo. Abbiamo chiesto l’approvazione del nemico per inserire squadre di ricerca nelle zone rosse per cercare i corpi dei suoi prigionieri, ma ha rifiutato. Stiamo aspettando l’approvazione dell’occupazione per consentire alle squadre di entrare a Rafah per cercare i corpi dei suoi prigionieri”.

Parlando con l’emittente quatariota l’esponente di Hamas ha precisato che “La resistenza non ha alcun interesse a nascondere il corpo di qualsiasi prigioniero nemico o a ritardarne la consegna. Abbiamo fatto ogni sforzo per recuperare i corpi e l’occupazione ha la responsabilità di ritardare il recupero del resto. Chiediamo ai mediatori di fare pressione sul nemico per facilitare l’estrazione dei resti dei suoi prigionieri”.

Israele ha respinto un’iniziativa avanzata dai paesi mediatori per il cessate il fuoco di Gaza che avrebbe visto la creazione di una squadra multilaterale incaricata di entrare a Gaza e recuperare i corpi degli ostaggi deceduti rimasti nella Striscia, hanno detto due diplomatici arabi al Times of Israel.

L’iniziativa avrebbe visto rappresentanti di Israele, Stati Uniti, Qatar, Turchia ed Egitto formare una squadra di ricerca congiunta che avrebbe condiviso capacità avanzate e intelligence per localizzare e recuperare gli ostaggi rimanenti, ma la proposta è stata respinta dal governo di Tel Aviv, dicono i diplomatici arabi.

Appare ormai evidente come il governo israeliano non avesse alcun interesse nel mantenere la tregua a Gaza e che una volta ottenuti gli ostaggi abbia cercato in ogni modo il pretesto per ricominciare i bombardamenti e le operazioni militari contro i palestinesi.

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