La manifestazione prevedeva di passare nei pressi dell’ambasciata israeliana nel quartiere Parioli e poi dirigersi all’Auditorium dove è in corso la Festa del Cinema di Roma.
L’obiettivo dichiarato era quello di dare continuità alla mobilitazione sulla Palestina affinché nessuno abbassi la guardia rispetto alle responsabilità di Israele nel genocidio del popolo palestinese e venga passato un colpo di spugna sui crimini commessi e le complicità di cui ha potuto godere tra i governi europei, quello italiano in testa.
Il concentramento previsto, e autorizzato, era in Piazza Verdi. Già arrivando in piazza era visibile un dispositivo di polizia massiccio e su quasi tutte le strade che portano alla piazza. Diversi carri con idranti erano collocati su almeno due strade.
Nelle strade adiacenti erano schierati addirittura anche agenti di polizia a cavallo.
Piazza Verdi, collocata nel ricco quartiere dei Parioli sede di numerose ambasciate, in rarissime occasioni appuntamento di manifestazioni e luogo infausto per chi ha memoria storica, dove una manifestazione contro il golpe in Cile venne caricata pesantemente nei primi anni Settanta.
Una storia che è sembrata ripetersi e che si respirava già dal clima in piazza. La Questura non ha inteso autorizzare nessun corteo anche su ipotesi di percorso diversificate. L’ordine era quello di impedirlo a tutti i costi e tenere i dintorni dell’ambasciata israeliana al riparo dal rumore di ogni protesta.
Quando i manifestanti, più di un migliaio, hanno provato a muoversi in corteo, sono partiti gli idranti che hanno messo subito fuori uso l’amplificazione e poi le manganellate. Nessuna mediazione è stata accettata sulla possibilità che il corteo si potesse muovere dalla piazza.
Il corteo a quel punto ha provato a fare marcia indietro e tentare un nuovo percorso ma è stato bloccato su una delle strade che escono da Piazza Verdi. A rendere più assurda – e pericolosa – la situazione, c’è stato lo schieramento della polizia su tutte le strade, provocando così un vero e proprio accerchiamento dei manifestanti, anche di quelli che intendevano defluire da una situazione estremamente tesa. Una situazione che, in caso di precipitazione, avrebbe provocato una vera e propria “tonnara”. Pessimo segnale sul piano della gestione dell’ordine pubblico.
I manifestanti, praticamente circondati, ad un certo punto si sono seduti per terra. La situazione si è alla fine sbloccata consentendo il deflusso ma lo hanno dovuto fare sotto i colpi d’acqua sparati da un idrante.
Il clima che si è respirato in Piazza Verdi a Roma è stato decisamente pesante, ma è anche indicativo di come l’aria stia cambiando e che l’agibilità politica e di piazza delle settimane scorse non sarà la stessa.
Come avevamo previsto, occorre fare i conti con “L’effetto del Piano Trump” anche nel nostro paese e con l’idea che la fragile tregua raggiunta a Gaza debba disinnescare ad ogni costo – e con ogni mezzo – la mobilitazione per la Palestina. A questo lavora apertamente il governo, i media filo-israeliani ma anche quelli liberali, i quali non vedevano l’ora di poter ripristinare la narrazione e le ipocrisie precedenti sulla questione palestinese.
Comprendere che il venir meno della mattanza quotidiana dei palestinesi non rende meno importante il sostegno alla causa della Palestina, è una consapevolezza che occorre diffondere e sedimentare dopo le enormi manifestazioni delle settimane scorse. Ma per fare questo, oltre alla dimensione umana e umanitaria che ne è stata una spinta potente, occorre rimettere in campo una dimensione politica della mobilitazione.
Qui di seguito il comunicato di Potere al Popolo su quanto avvenuto:
GOVERNO MELONI E QUESTORE DI ROMA DIMISSIONI!Fonte
NESSUNA COMPLICITÀ CON ISRAELE: CAMBIAMO TUTTO!
Come Potere al Popolo denunciamo il vergognoso comportamento della Questura di Roma e del governo durante il corteo di lavoratori, lavoratrici, studenti e famiglie che voleva raggiungere l’ambasciata israeliana e la Festa del cinema di Roma protestando contro il genocidio in Palestina, che è stato represso in maniera indiscriminata con cariche e idranti dalla polizia.
Alla legittima volontà della piazza di proseguire pacificamente in corteo, è stata data una risposta violenta e senza alcuna motivazione da parte della Questura di Roma: un accerchiamento da parte della polizia, il sequestro dei manifestanti per ore a cui veniva intimato di abbassare le bandiere palestinesi come segno di umiliazione mentre il corteo veniva colpito più volte. Nonostante questo non ci siamo fatti intimidire e abbiamo continuato con la mobilitazione.
Questo fatto gravissimo, che segna aumento del livello repressivo, dimostra non solo, ancora una volta, la complicità del governo con lo stato terrorista d’Israele e con il sionismo, ma il totale restringimento degli spazi di democrazia e l’atteggiamento vergognoso del governo Meloni, fascista nella gestione del dissenso, con il dl sicurezza e il ddl Gasparri, un governo di cui pretendiamo le dimissioni immediate che agisce in questo modo perché ha paura delle mobilitazioni immense delle settimane passate e vuole nascondere le proprie complicità con il genocidio.
Di fronte a questo diciamo con forza che questo governo e le finte opposizioni sempre in silenzio o conniventi, non ci rappresentano.
Durante gli scioperi e le mobilitazioni abbiamo bloccato, con milioni di lavoratori e lavoratrici, più volte il Paese mostrando quella che è per noi la vera alternativa. Per questo è necessario continuare ad organizzarci, opporsi a questo governo e costruire con forza un blocco politico e sociale autonomo e indipendente, che si schiera senza compromessi dalla parte della Palestina, per il lavoro, contro il riarmo, contro Trump e Von der Leyen.
Per questo organizziamoci e vediamoci domani, 25 ottobre all’assemblea nazionale “Cambiamo tutto” verso le elezioni del 2027, che si terrà alle 10:30 al Nuovo Cinema Aquila.
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