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26/10/2025

USA - John Bolton rischia l’ergastolo in base alla legge che voleva applicare a Snowden e Assange

È proprio vero che, a volte, il destino sa essere beffardo. In passato, John Bolton, ex consigliere per la sicurezza nazionale sotto Bush e Trump, noto per le sue posizioni ultra-belliciste e da “falco” in politica estera, ha chiesto l’esecuzione di Julian Assange, Edward Snowden e Chelsea Manning ai sensi dell’Espionage Act, accusandoli di aver divulgato informazioni sensibili.

Dopo la rottura con Trump, di cui è diventato un feroce critico, Bolton si trova ora a rispondere di 18 capi d’accusa proprio in base alla stessa legge da lui invocata per altri.

La “rivincita” di WikiLeaks contro Bolton

È proprio WikiLeaks ad aver lanciato un attacco frontale all’ex consigliere per la sicurezza nazionale di Donald Trump, in seguito alla sua incriminazione per aver divulgato informazioni riservate. L’organizzazione fondata da Assange – che Bolton voleva giustiziare per aver rivelato segreti di stato al pubblico – non ha perso tempo a sbeffeggiare il “guerrafondaio” in un post su X del 17 ottobre, con oltre 24.000 like e un video allegato.

Il video nel post di WikiLeaks è un montaggio satirico: clip di Bolton che invoca la pena capitale per i whistleblower, alternate a estratti dal suo libro The Room Where It Happened (2020), dove ha “leakato” aneddoti sensibili su Trump, e altre notizie.

Secondo il Berliner Zeitung, l’ex consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, ha ripetutamente criticato i whistleblower, secondo organizzazioni come Defending Rights & Dissent. Avrebbe chiesto l’esecuzione di Chelsea Manning ed Edward Snowden e una condanna di “almeno 176 anni di carcere” per Julian Assange, definendo le loro azioni come “tradimento pericoloso” meritevole della pena di morte.

Bolton si dichiara non colpevole

Un gran giurì federale del Maryland ha incriminato Bolton con 18 capi d’imputazione per violazione dell’Espionage Act. Le accuse riguardano la conservazione non autorizzata di informazioni top secret e la loro divulgazione a due persone non autorizzate. Secondo il Dipartimento di Giustizia, le informazioni in questione includevano dettagli su “futuri attacchi, avversari stranieri e relazioni di politica estera”.

Ogni capo d’accusa prevede una pena detentiva massima di dieci anni. Bolton si è dichiarato non colpevole durante l’udienza di venerdì, venendo successivamente rilasciato su cauzione. La prossima udienza è fissata per il 21 novembre. In una dichiarazione, Bolton ha definito le accuse un “atto di ritorsione” orchestrato dal presidente Donald Trump, sostenendo di essere “l’ultimo bersaglio dell’uso della forza da parte del Dipartimento di Giustizia per intimidire gli oppositori politici”.

L’indagine

Come già riportato su InsideOver, lo scorso venerdì 22 agosto, agenti dell’Fbi hanno perquisito l‘abitazione del “falco” neocon John Bolton a Bethesda, Maryland, e il suo ufficio a Washington, DC, nell’ambito di un’indagine di alto profilo su presunte violazioni nella gestione di documenti classificati.

Secondo il New York Post, l’operazione, ordinata dal direttore dell’Fbi Kash Patel, si concentrava su accuse secondo cui Bolton avrebbe inviato documenti “altamente sensibili” alla sua famiglia tramite un server email privato mentre lavorava alla Casa Bianca. Le stesse per cui è stato poi incriminato e per le quali si dichiara non colpevole.

Un alto funzionario statunitense, riportato dal New York Post, ha rivelato che l’indagine, iniziata nel 2020, era stata sospesa durante l’amministrazione Biden. La sua riapertura è avvenuta sotto la guida di Patel, nominato direttore dell’Fbi a febbraio 2025. Il funzionario ha accusato Bolton di aver “rubato informazioni classificate, utilizzando la sua famiglia come intermediario”.

La perquisizione rappresentava un’escalation della faida tra Bolton e Trump, che lo ha licenziato nel 2019 dopo 17 mesi come consigliere per la sicurezza nazionale. Da allora il neocon Bolton, sostenitore di una politica estera estremamente aggressiva e bellicista, ha criticato duramente il tycoon.

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