Il partito di governo ha totalizzato il 40,84 per cento dei voti scrutinati. Vince a Córdoba, Città di Buenos Aires ed Entre Ríos, tra le altre. Ottiene un risultato sorprendente anche nella provincia di Buenos Aires. Il secondo posto spetta a Fuerza Patria.
Il peronismo, raggruppato in Fuerza Patria – senza contare i diversi gruppi che in maggioranza fanno riferimento al PJ (Partito Giustizialista) – ottiene il 24,38 per cento. Molto al di sotto, con un 5,08 per cento, si colloca Provincias Unidas, mentre al quarto posto a livello nazionale si posiziona il Fronte di Sinistra con il 3,72 per cento.
La grande sorpresa è stata la vittoria nella provincia di Buenos Aires del conservatore e corrotto Diego Santilli, con il 41,5% dei voti contro il 40,8% di Jorge Taiana, candidato del peronismo (Fuerza Patria). La sinistra del FITU, con Nicolás del Caño, ha ottenuto il 5% dei voti.
Nella Città di Buenos Aires, colei che ha guidato la repressione dei pensionati, Patricia Bullrich, ha ottenuto una vittoria schiacciante con oltre il 50% dei voti.
In totale, a dicembre il governo avrà 101 deputati e 20 senatori.
Il “mileismo” (l’ultradestra creola con grande influenza sionista e dell’impero yankee) ha vinto, tra le altre, nelle province di Córdoba, Santa Fe, Entre Ríos, Chaco e Città di Buenos Aires.
Milei, un alleato anche ideologico di Donald Trump, ha dichiarato che il suo partito ha ottenuto 14 seggi al Senato e 64 alla Camera dei deputati, rafforzando la sua presenza in Parlamento in modo tale da poter confermare i veti presidenziali e bloccare i tentativi di impeachment.
Ha salutato la vittoria elettorale come un mandato a proseguire con i tagli alla spesa sociale e a introdurre ambiziose “riforme” fiscali e del lavoro, così da ridurre alla fame anche l’altra metà della popolazione che ancora si barcamena.
Alla viglia del voto Trump aveva promesso un prestito di 40 miliardi di dollari, con pesantissime condizioni, ma solo se avesse vinto l’ultradestra neoliberista, minacciando di revocare l’assistenza al Paese in difficoltà in caso di vittoria dei peronisti. “Se vince, noi restiamo con lui, se non vince, ce ne andiamo”, aveva detto all’inizio del mese.
Un intervento diretto e brutale che evidentemente ha avuto il suo peso...
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