Presentazione


Aggregatore d'analisi, opinioni, fatti e (non troppo di rado) musica.
Cerco

19/04/2014

Algeria - Vincono Bouteflika e l’astensione.

Come era prevedibile, Abdel ‘Aziz Bouteflika ha stravinto le elezioni in Algeria conquistando il suo quarto mandato presidenziale consecutivo (è Capo di Stato dal 1999). Il dato definitivo è stato annunciato ieri sera dal Ministro degli Interni, Tayeb Belaiz. Il settantasettenne Presidente, le cui pessime condizioni di salute lo costringono su una sedia a rotelle ed è stato di fatto assente durante la campagna elettorale, ha conquistato l’81% delle preferenze. Male lo sfidante Ali Benflis (12,18%) che denuncia le “gravi irregolarità” avvenute nei seggi elettorali e giudica l’elezione una “enorme frode”.

Bassa l’affluenza alle urne: secondo i dati diffusi dal Ministro Belaiz ha infatti votato solo il 51,78% dei 23 milioni aventi diritto. Rispetto alle presidenziali del 2009 il numero di chi si è recato ai seggi è calato vistosamente. Cinque anni fa i votanti erano stati il 74%. Un calo, in pratica, di quasi 24 punti percentuali. Dato disastroso nella capitale Algeri dove ha votato solo il 37% degli aventi diritto. L’affluenza più bassa, però, si è registrata in Cabilia, la regione berbera a una centinaio di chilometri a est della capitale. Qui solo un cittadino su quattro è andato a votare.

Considerata l’ampia astensione, possono ritenersi (leggermente) soddisfatti i vari partiti di opposizione e la coalizione di attivisti che avevano esortato gli algerini a disertare le urne. Tra le varie forze di opposizione merita sicuramente una menzione il movimento Barakat (in dialetto algerino “basta") che ha riscosso molto successo tra chi guarda sempre più con distacco e diffidenza la politica ufficiale algerina rea di essere distante dai suoi cittadini e attenta solo a salvaguardare i propri interessi e privilegi. Resta ora da chiedersi cosa farà Barakat ora che le elezioni sono terminate. E soprattutto se su di essa incomberà la dura repressione governativa.

Sono state elezioni dove non è mancata la violenza: in Cabilia circa 70 persone sono state ferite nei tafferugli scoppiati con la polizia dopo che alcuni giovani avevano provato ad interrompere la fase di voto non appena i seggi erano stati aperti. Tensione alta nel villaggio di Raffur dove il sentimento anti-regime è molto forte. Ragazzi con maschere e armati di fionde si sono scontrati con la polizia che ha sparato i lacrimogeni per disperderli. Scenari simili anche a M’Chedellah e Sahaarij dove il voto è stato sospeso. A Bouira, regione sud orientale dell’Algeria, alcuni giovani hanno devastato tre seggi poco dopo l’apertura.

E’ stato un voto militarizzato nell’intero Paese: sono stati impiegati più di 260.000 ufficiali di polizia, alcuni armati di Kalashnikov, affinché fosse mantenuto l’ordine nello stato più grande dell’Africa.


C'è una caratteristica che accomuna la cronaca politica internazionale che più o meno giornalmente riporto qui: l'astensione che dall'Europa mediterranea all'Africa sub-sharaiana mediamente veleggia al 30%.
A livello macroscopio è un dato che dovrebbe far riflettere.

Nessun commento:

Posta un commento