Hamas-Olp, dopo sette anni di ostilità e scontri l’accordo tra le due formazioni politiche palestinesi che governano in Cisgiordania e a Gaza. Presto un governo di unità nazionale ed elezioni. A Gaza giubilo per l’accordo. Preoccupazioni in Israele. Netanyahu convoca il gabinetto sicurezza
Hamas e l’Olp hanno deciso di mettere fine alle divisioni interne al mondo palestinese. Lo ha annunciato a Gaza il capo dell’esecutivo di Hamas, Ismail Haniyeh chiamando l’accordo raggiunto con l’Organizzazione per la liberazione della Palestina “L’atto di riconciliazione nazionale”. In base a queste intese il presidente Abu Mazen inizierà subito le consultazioni per la formazione di un governo di unità nazionale palestinese, che metterà fine a un’ostilità anche violenta durata 7 anni.Quei sanguinosi scontri che portarono allora Hamas ad estromettere Fatah dalla Striscia di Gaza.
Dunque le due anime della Palestina hanno siglato uno storico accordo di riconciliazione per formare un governo di unità nazionale «entro cinque settimane». L’intesa è stata raggiunta al termine di colloqui tenuti nella notte a Gaza nella casa del premier Ismail Haniye. L’accordo prevede che il nuovo governo debba essere presentato il prossimo 1 giugno, sarà presieduto dal leader di Fatah, Abu Mazen, e composto da personalità indipendenti. In base al testo dell’accordo il governo avrà come compito quello di «preparare le elezioni politiche e quelle presidenziali».
L’accordo di riconciliazione sottoscritto a Gaza dai palestinesi potrebbe «complicare» le iniziative in corso per rilanciare il processo di pace è il timore espresso subito da Washington. Immediata la risposta. «Riconciliazione palestinese e negoziati con Israele non sono incompatibili», ha detto Abu Mazen. «Non esiste incompatibilità perché ci siamo impegnati a una pace giusta basata sulla soluzione dei due Stati, in conformità con le risoluzioni del diritto internazionale», ha detto in una dichiarazione ufficiale. Ma il Dipartimento di Stato Usa s’è detto subito molto preoccupato e deluso.
«Ogni governo palestinese deve impegnarsi senza ambiguità sui principi di non violenza e dell’esistenza dello Stato di Israele», ha dichiarato Jennifer Psaki, portavoce del Dipartimento di Stato. «L’assenza di un impegno chiaro verso questi principi potrebbe seriamente complicare i nostri sforzi per il proseguimento dei negoziati», ha aggiunto. Preoccupazioni in casa israeliana dove il premier Netanyahu ha convocato per oggi il gabinetto di sicurezza. Ieri telefonata col Segretario di Stato Kerry. Mentre era in corso la conferenza stampa Hamas Olp, raid aereo di Israele a Gaza con 3 feriti.
La frattura tra al-Fatah e Hamas risale al 2007 quando gli islamisti presero il controllo della Striscia di Gaza. Da allora, Hamas governa Gaza e l’esecutivo legato al presidente Abu Mazen e all’Autorità Nazionale Palestinese guida la Cisgiordania. L’intesa attua gli accordi di riconciliazione del Cairo nel 2011 e in Qatar nel 2012. Qualche dubbio sollevato da parte degli osservatori sulla mancata intesa sulle forze di sicurezza di Hamas. Non è chiaro se il movimento islamista smantellerà le forze armate, le brigate Ezzedin al Qassam, o consentirà che esse passino sotto il comando dell’Anp.
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