Il generale Abdel Fattah al Sisi (a sinistra) con il presidente deposto Mohammed Morsi quando erano alleati |
Parole di sfida pronunciate mentre un’altra corte del Cairo condannava a tre anni di prigione 120 attivisti della Fratellanza per reati politici. Sempre ieri la procura egiziana ha rinviato a giudizio 34 studenti dell’Università al Azhar per avere manifestato senza autorizzazione. Gli studenti erano stati arrestati l’8 gennaio scorso durante gli scontri avvenuti davanti l’ateneo nella capitale.
Morsi non si arrende, nonostante il pugno duro dei giudici contro la Confraternita islamica colpita negli ultimi mesi da centinaia di condanne a morte o da pesanti pene detentive.
I Fratelli musulmani però devono fare i conti con la crescente popolarità dell’uomo forte dell’Egitto, il generale Abdel Fattah al Sisi. La sua campagna per le prossime presidenziali va a gonfie vele. I manifesti con la sua immagine ricoprono tabelloni e muri al Cairo e in tante altre città egiziane. I suoi sostenitori postano in youtube filmati nei quali si proclamano a favore della vittoria del capo di stato maggiore.
Dalla parte del generale ci sono gli egiziani che temono gli islamisti al potere, i nostalgici del regime di Hosni Mubarak (abbattuto dalla rivolta popolare del 2011) e i cristiani copti, tra i quali Al Sisi, con visite ed incontri in questi giorni di Pasqua, sta raccogliendo consensi quasi unanimi. Non è chiaro se questo sostegno riuscirà a dare alle presidenziali credibilità numerica, con una ampia affluenza alle urne. L’elezione a presidente del generale che ha deposto Morsi è sicura.
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