Impianto nucleare a Bushehr (Foto: Abedin Taherkenareh/EPA) |
Stop all’arricchimento dell’uranio e porte aperte agli ispettori della Aiea in cambio dell’alleggerimento delle sanzioni che strozzano l’economia iraniana. La formula sembra funzionare e far procedere al meglio la trattativa sul programma nucleare iraniano: a maggio si potrebbe arrivare a una bozza finale di accordo per poi giungere a un patto definitivo entro luglio. L’obiettivo di Stati Uniti, Russia, Cina, Regno Unito, Francia e Germania è escludere in maniera definitiva la possibilità per la Repubblica islamica di dotarsi dell’atomica; ipotesi però sempre negata da Teheran.
L’intesa ha fatto leva sull’attenuazione delle pesanti sanzioni imposte all’Iran a causa del suo programma nucleare ed è stata raggiunta dopo mesi di una faticosa trattativa tra la Casa Bianca, che ha dovuto contrastare un’opposizione interna bipartisan, e il presidente iraniano, Hassan Rohani, decisamente più aperto al dialogo del suo predecessore Mahmud Ahmadinejad. D’altronde, la strada aperta a novembre pare l’unica percorribile per Teheran che sta affrontando una grave crisi economica, frutto anche delle sanzioni. La Guida Suprema Ayatollah Alì Khamenei sostiene il negoziato, ma ha chiarito più volte che il Paese non rinuncerà al suo programma nucleare a scopi civili. Resta sul tavolo della trattativa la questione della sorte del reattore ad acqua pesante di Arak e delle 19mila centrifughe di ultima generazione, presenti in Iran.
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