La dichiarazione della Ministra suona così:
«Riprendere le esplorazioni di
idrocarburi è un passaggio a cui non possiamo rinunciare per arrivare ad
una bolletta energetica più leggera e sostenibile» aggiungendo poi che
«il nostro Paese vanta il rispetto dei più elevati standard
internazionali sulla tutela ambientale.
Ma non possiamo neanche permettere
che intransigenze ambientaliste o resistenze locali blocchino esigenze
nazionali di questa portata». Già a questo punto ci sarebbero molte cose
da dire sulla sostenibilità della nostra bolletta energetica, concetto
che nella mente della Ministra deve avere un’interpretazione
particolarissima: basti ricordare che nel nostro paese si discute da
tempo la reintroduzione del carbone come possibile fonte di energia e
che se questo non è avvenuto è stato anche grazie alle “resistenze
locali” e alle “intransigenze ecologiste”.
Un discorso equivalente sarebbe doveroso
anche per il rispetto degli standard di tutela ambientale,ampiamente disattesi in Italia: a questo proposito sarebbe
auspicabile un cambio di domicilio della Ministra dalla sua residenza
romana al quartiere Tamburi, a Porto Marghera, a Terzigno o anche in
quella parte della Valpadana che ha il discutibile record europeo di
inquinamento atmosferico (si veda a questo proposito il report 2012 di Legambiente intitolato significativamente Mal’aria di città).
Molto probabilmente la Ministra deve
aver dato ascolto alle risultanze di uno studio pubblicato di recente,
il quale afferma che non esisterebbe «alcuna comprovata correlazione
negativa tra attività mineraria e i settori dell’agricoltura, della
pesca e del turismo. Nonostante una diffidenza generalizzata verso il
settore dell’oil&gas, queste attività possono coesistere con
successo in uno stesso territorio«.
In effetti, a pensarci bene chissà come
mai c’è questa generalizzata diffidenza verso il settore oil&gas,
che potrebbe benissimo interagire con la pesca e con il turismo (chi
avesse dei dubbi può andare a chiedere ai pescatori ed agli albergatori
del Golfo del Messico quali siano state le conseguenze del disastro generato dalla piattaforma Deepwater Horizon).
Ma poi si scopre chi è stato a commissionare lo studio che deve aver fatto capire tutto alla Ministra: Assomineraria, un pezzo di Confindustria, a sua volta noto gruppo di fanatici dell’ecologia.
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