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29/09/2014

Roma. Palestina in piazza. La rimozione impossibile


Tante, inaspettatamente e opportunamente tante persone sono scese in piazza a Roma a sostegno dei diritti del popolo palestinese nella manifestazione convocata dall’appello lanciato dal Coordinamento delle Comunità palestinesi in Italia.

Le preoccupazioni della vigilia, soprattutto per un corteo nazionale convocato quando l’onda emotiva dei bombardamenti e del massacro di Gaza sono stati ormai ampiamente rimossi dall’agenda politica e dall’attenzione dei mass media, sono state fugate dalla partecipazione determinata e convinta di più di diecimila persone venute da tante città italiane a denunciare che l’occupazione israeliana della Palestina non è affatto cessata con la tregua che ha messo fine ai bombardamenti su Gaza.

Un bel corteo con tanta gente, tante bandiere e  tanti striscioni di solidarietà con il popolo palestinese e di condanna della politica israeliana di occupazione e apartheid con inviti al boicottaggio, sanzioni e disinvestimento come azione concreta che può cambiare le cose sul campo a fronte dell’inerzia o, peggio, della complicità dei governi e della comunità internazionale con l’occupazione israeliana.

Un lungo corteo ha attraversato il centro di Roma aperto da un camion con l’amplificazione che servirà poi da palco finale in piazza SS Apostoli, un lunghissimo bandierone palestinese e lo striscione delle comunità palestinesi che si sono mobilitate da tante regioni per venire a Roma. E’ stato questo forse a fare la differenza. Questa manifestazione l’hanno voluta fortemente i palestinesi in Italia e l’hanno costruita con un processo inclusivo che ha consentito a tutti di sentire questa manifestazione come la loro. Una piattaforma a nostro avviso adeguata alla posta in gioco e agli obiettivi di questa fase del movimento di resistenza palestinese, ha fatto il resto.

Sfilano uno dietro l’altro gli striscioni delle realtà, delle reti e delle associazioni di solidarietà con il popolo palestinese, sfilano i partiti e le organizzazioni della sinistra e comunista, sfilano i sindacati di base e il colpo d’occhio rivela una diffusione significativa di questa solidarietà con la resistenza palestinese. Non vorremmo essere nei panni dell’ambasciatore israeliano o dei gruppi sionisti in Italia, che adesso dovranno giustificare agli occhi dei loro superiori il fatto che in un paese che Israele considera complice a tutti i livelli si sia potuta realizzare una manifestazione per la Palestina di queste dimensioni. E’ decisamente un brutto colpo per i sostenitori del sionismo reale in Israele e in Italia e un risultato significativo per i palestinesi. Durante il corteo lungo via Cavour, un ragazzo dal marciapiede ha provato a provocare esibendo una bandiera israeliana ma è stato allontanato. Un episodio che magari verrà amplificato oltre ogni misura dai soliti apparati ideologici israeliani, ma è stato l'unico episodio di tensione durante una manifestazione grande, tranquilla e partecipata e, tutto sommato, due sberle se le è andate a cercare e non poteva che trovarle.

Dal palco intervengono le comunità palestinesi e l'ambasciatrice. La soddisfazione per la riuscita della manifestazione è visibili dai volti sul camion palco e dalle parole. Sul palco, finalmente, solo quelli che dovevano esserci e nessuna "vetrina".

Ci sarà il tempo per valutazioni più complete ma il segnale inviato dalla manifestazione di questo sabato a Roma è che la rimozione della questione palestinese dall’agenda politica, istituzionale ma anche dall’agenda dei movimenti non sarà più possibile, anche quando la sfera emotiva che ha spinto tanta gente in piazza in pieno agosto per Gaza sembrava essersi affievolita di fronte alle telecamere spente dei mass media e alla distrazione delle forze politiche, anche a sinistra. I palestinesi innanzitutto hanno messo un piede nella porta che si voleva chiudere e l’hanno dimostrato chiamando in piazza le tante e i tanti che ne condividono e rispettano la dignità e la resistenza, bandendo ogni equidistanza tra occupanti e occupati, tra colonialismo e autodeterminazione, tra Israele e Palestina. L’equidistanza è un aspetto della complicità con l’occupante. Le televisioni palestinesi e mediorientali hanno ripreso la manifestazione e trasmessa nei loro paesi. Il popolo palestinese ha avuto la conferma che in Italia c'è una società migliore e più solidale dei governi passati e di quello in carica.

Le foto che seguono sono di Patrizia Cortellessa.

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