Ricordate i bei tempi (solo qualche anno fa) in cui Berlusconi appariva ogni giorno con una mise
diversa? Un giorno era il presidente-imprenditore, un altro il
presidente-operaio, un terzo uomo da avanspettacolo (vabbeh, quasi a
tutte le ore...), un altro ancora presidente-astronauta? Bene. Renzi usa
esattamente la stessa tecnica. Occupa uno spazio virtuale, fatto tutto
di comunicazione 24 ore su 24 (ci sembra evidente che governi qualcun
altro; lui passa la giornata a sparar battute davanti alle telecamere,
con qualche pausa per rifarsi il trucco).
Bisogna ammettere che è bravo, anche se qualunque altro buon attore -
con a disposizione tutti i media, quelli mainstream e anche i social - riuscirebbe a fare altrettanto e forse meglio. Se il copione è scritto bene, ovvio.
Occupiamoci per un attimo (non di più) dell'ultima battuta che
campeggia oggi su tutti i giornali principali, oltre che da ogni
televisore acceso. Parlando alla comunità italiana di New York (gente di
bocca buona, ha sempre accolto con entusiasmo qualsiasi politico
proveniente da questo disgraziato paese), ha pronunciato una frase in
qualche modo memorabile: "Per tornare a fare l'Italia siamo pronti, se
servirà, a fare battaglie in Parlamento e a sfidare i poteri forti anche
se più dei poteri forti temo i pensieri deboli".
Sorvoliamo sui "pensieri deboli", perché ci sentiremmo in imbarazzo a dover discutere con un tipo simile di Fenomenologia dello spirito, di Capitale o Teoria della relatività o magari anche soltanto di Liala. In fondo siamo certi che si riferiva al pensiero dei suoi avversari interni al Pd...
Occupiamoci allora dei "poteri forti". A voi non sembra straordinario
che un giovin signorotto di Pontassieve, che ha trascorso la prima
giovinezza tra apparizioni alla Ruota della fortuna e
massacranti turni di lavoro nell'azienda di famiglia, ovvero ad
occuparsi della distribuzione di giornali-chiave per lo sviluppo
culturale del paese come il Giornale di Toscana edito da tal Denis Verdini (sì, proprio quello...); che si è fatto un certo numero di simil- selfie
insieme agli allora protagonisti della scena politica democristiana, a
cominciare da De Mita ma senza evitarne quasi alcuno; che si è visto
paracadutare sulla poltrona di presidente della provincia di Firenze
grazie a uno dei tanti inciuci tra ex "comunisti" del Pds ed ex
democristiani; che di lì è stato proiettato sulla certamente più trendy
poltrona di sindaco di Firenze, per poi scalare a forza di battute da
sfasciacarrozze (pardon da rottamatore) le rovine del Pd; per infine
arrivare ad essere nominato segretario di quel partito grazie a primarie
"aperte" anche agli avversari (che hanno ammesso di esser corsi a
votarlo) e di lì sulla poltrona di primo ministro senza neanche esser
passato per una elezione popolare (aveva giurato che non l'avrebbe mai
accettato, naturalmente)...
Ecco, uno così, a voi, vi sembra il personaggio più credibile nella
"sfida a i poteri forti" di questo paese e dell'Unione Europea?
Uno che persino il Ferruccio De Bortoli, direttore del Corriere della Sera,
abilissimo navigatore di lungo corso tra i "poteri forti" d'Italia,
abituato a tapparsi il naso a fronte a qualsiasi indicibile fetore, ha
indicato come sorgente di un fortissimo quanto "stantio odore di massoneria"?
Un bugiardo di genio si vede da queste cose. Ovvero dall'abilità con
cui indica come "nemico comune" proprio quello che lui rappresenta al
massimo grado. Se c'è in questo paese un miracolato dai "poteri forti",
un esecutore implacabile di prescrizioni provenienti da studi
molto seriosi e ben finanziati, infatti, è proprio Matteo Renzi.
Il che conferma la triste condanna storica di questo paese che non ha
mai avuto una rivoluzione, neanche borghese: esser dominato dai
peggiori, quelli che incarnano tutti i difetti esibendoli come pregi.
Neanche governato "dai padroni", insomma; soltanto dagli intrattenitori
al loro servizio...
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