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30/09/2014

Siria - Le prime bombe della coalizione sui civili

A una settimana dal lancio delle operazioni belliche contro lo Stato islamico (ISIS), la coalizione internazionale capitanata dagli Stati Uniti raccoglie i primi successi, ma anche le prime vittime civili. Il bombardamento, avvenuto questa mattina, di tre raffinerie nel nord est della Siria sotto il controllo dell’ISIS potrebbe aver inferto un primo duro colpo all’organizzazione terroristica, che secondo gli analisti trae la maggior parte dei propri finanziamenti dal commercio del petrolio sul mercato nero: secondo le stime, prima che la coalizione internazionale lanciasse la sua campagna di bombardamenti, il “Califfato” guadagnava circa 3 milioni di dollari al giorno dalle riserve di oro nero conquistate nel nord della Siria e dell’Iraq.

Nonostante il Comando Centrale degli Stati Uniti abbia comunicato che gli attacchi, “dalle prime indicazioni, sembrano aver avuto successo”, l’Osservatorio siriano per i Diritti Umani ha ribattuto che quelle raffinerie erano detenute da civili e non da miliziani, aggiungendo che un civile era rimasto ucciso in un raid americano su una fabbrica di plastica vicino Raqqa poco tempo dopo. Nello stesso comunicato, l’Osservatorio siriano parla di diversi civili morti per il bombardamento Usa su un deposito di grano a Manbij, vicino Aleppo.

Secondo Human Rights Watch, invece, nove civili, tra cui cinque bambini, sarebbero rimasti uccisi in un raid dell’aviazione americana intorno al villaggio siriano di Kafr Deryan, nella zona di Idlib. Testimoni oculari hanno raccontato via skype che dopo aver colpito un deposito di armi di al-Nusra alla periferia del villaggio, i missili Usa hanno centrato due case nel centro abitato, uccidendo gli inquilini. L’organizzazione per i diritti umani ha esortato gli Stati Uniti a investigare sull’accaduto, parlando di “attacco illecito in base alle leggi della guerra”.
 
Intanto il presidente americano Barack Obama ha ammesso ieri ai microfoni della CBS che gli Stati Uniti avevano sottovalutato il fatto che una Siria al collasso avrebbe costituito un terreno fertile per la riorganizzazione e il ritorno degli ex-combattenti jihadisti cacciati dall’Iraq.”Penso che il nostro capo dell’intelligence, Jim Clapper – ha detto Obama – ha riconosciuto di aver sottovalutato ciò che stava avvenendo in Siria”, riferendosi a un’intervista rilasciata da Clapper al Washington Post il mese scorso in cui egli riconosceva anche di aver “sopravvalutato l’esercito iracheno da noi addestrato”.

Fonte

La retorica sugli "sbagli di valutazione" è vagamente farsesca...

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