A una settimana dal lancio delle operazioni belliche contro lo Stato
islamico (ISIS), la coalizione internazionale capitanata dagli Stati
Uniti raccoglie i primi successi, ma anche le prime vittime civili. Il
bombardamento, avvenuto questa mattina, di tre raffinerie nel nord est
della Siria sotto il controllo dell’ISIS potrebbe aver inferto un primo
duro colpo all’organizzazione terroristica, che secondo gli analisti
trae la maggior parte dei propri finanziamenti dal commercio del
petrolio sul mercato nero: secondo le stime, prima che la coalizione
internazionale lanciasse la sua campagna di bombardamenti, il
“Califfato” guadagnava circa 3 milioni di dollari al giorno dalle
riserve di oro nero conquistate nel nord della Siria e dell’Iraq.
Nonostante il Comando Centrale degli Stati Uniti abbia comunicato che
gli attacchi, “dalle prime indicazioni, sembrano aver avuto successo”,
l’Osservatorio siriano per i Diritti Umani ha ribattuto che quelle
raffinerie erano detenute da civili e non da miliziani, aggiungendo che
un civile era rimasto ucciso in un raid americano su una fabbrica di
plastica vicino Raqqa poco tempo dopo. Nello stesso comunicato,
l’Osservatorio siriano parla di diversi civili morti per il
bombardamento Usa su un deposito di grano a Manbij, vicino Aleppo.
Secondo Human Rights Watch, invece, nove civili, tra cui cinque
bambini, sarebbero rimasti uccisi in un raid dell’aviazione americana
intorno al villaggio siriano di Kafr Deryan, nella zona di Idlib.
Testimoni oculari hanno raccontato via skype che dopo aver colpito un
deposito di armi di al-Nusra alla periferia del villaggio, i missili Usa
hanno centrato due case nel centro abitato, uccidendo gli inquilini.
L’organizzazione per i diritti umani ha esortato gli Stati Uniti a
investigare sull’accaduto, parlando di “attacco illecito in base alle
leggi della guerra”.
Intanto il presidente americano Barack Obama ha ammesso ieri
ai microfoni della CBS che gli Stati Uniti avevano sottovalutato il
fatto che una Siria al collasso avrebbe costituito un terreno fertile
per la riorganizzazione e il ritorno degli ex-combattenti jihadisti
cacciati dall’Iraq.”Penso che il nostro capo dell’intelligence,
Jim Clapper – ha detto Obama – ha riconosciuto di aver sottovalutato
ciò che stava avvenendo in Siria”, riferendosi a un’intervista
rilasciata da Clapper al Washington Post il mese scorso in cui egli
riconosceva anche di aver “sopravvalutato l’esercito iracheno da noi
addestrato”.
Fonte
La retorica sugli "sbagli di valutazione" è vagamente farsesca...
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