Si tratta di un accordo commerciale che
lascia molti dubbi in tutti gli schieramenti politici europei e che
potrebbe avere effetti devastanti per gli standard economici, giuridici,
alimentari, sanitari e lavorativi dell'Europa a fronte di un sicuro
vantaggio per le grandi multinazionali e i capitali finanziari. Il
Tirreno ha liquidato questi dubbi dicendo che ci sono in giro dei No
Global (poteva anche scrivere i "soliti No Global" o "I comitati del No a
tutto") che si oppongono a questo trattato. Probabilmente questo accade
in Italia, che in quanto colonia economica e militare Usa, si
appiattisce su ogni posizione venga imposta da Washington. Nel resto
d'Europa invece i dubbi e le paure sono molte, come riferisce questo
articolo de La Stampa (storico giornale della famiglia Agnelli e vicino
ai salotti che contano, non certo vicino ai No Global...).
Fra i dubbiosi ci sono economisti del
calibro di Kruger e Stiglitz mentre fra gli oppositori europei anche
molti centristi o esponenti di destra che vedono in questo accordo uno
stravolgimento del sistema socio-economico europeo in favore dei grandi
capitali internazionali, un vecchio disegno della finanza globale per
cui le multinazionali contano più degli Stati, anche a livello
giuridico.
Ma cos'è nello specifico il TTIP?
Il TTIP, Transatlantic Trade and
Investment Partnership, trattato di libero scambio tra Unione Europea e
USA, è l’ennesimo attacco frontale di lobby economiche, governi e poteri
forti contro i diritti del lavoro, della persona, dell’ambiente e di
cittadinanza. Il negoziato TTIP, lanciato ufficialmente nel luglio 2013 e
portato avanti segretamente dalla Commissione europea e
dall’Amministrazione Usa disegna un quadro di pesante deregolamentazione
il cui obiettivo principale non saranno tanto le barriere tariffarie,
già abbastanza basse, ma quelle non tariffarie, che riguardano gli
standard di sicurezza e di qualità di aspetti sostanziali della vita di
tutti i cittadini: l’alimentazione, l'istruzione e la cultura, i servizi
sanitari, i servizi sociali, le tutele e la sicurezza sul lavoro.
Tra i principali obiettivi del
negoziato, c’è la mercificazione di servizi pubblici, di beni comuni e
diritti a tutto vantaggio degli investitori e della proprietà privata,
grazie anche alla costituzione di un organismo di risoluzione delle
controversie, un vero e proprio arbitrato internazionale, a cui le
aziende potranno appellarsi per rivalersi su governi colpevoli, a loro
dire, di aver ostacolato la loro corsa al profitto. Qualsiasi
regolamentazione che tuteli i diritti sociali, economici ed ambientali,
rischia di soccombere agli interessi del libero mercato, tutelato da
sentenze che saranno a tutti gli effetti inappellabili.
Consigliamo una lettura di questi link per approfondire:
Redazione - 24 settembre 2014
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